Sbocchi lavorativi

Profilo: Analista economico per organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie nazionali e internazionali
Funzioni: Il laureato magistrale in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali è in grado di redigere rapporti e impostare ricerche per la comprensione delle ricadute economiche dei fenomeni sociali e delle relazioni internazionali. Le competenze in campo statistico-quantitativo consentono di collaborare con analisti senior, ma allo stesso tempo di gestire personale con funzioni di coadiutore e di assistenza. Per raggiungere livelli di carriera più elevati con mansioni di coordinamento e di dirigenza, il laureato in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali dovrebbe considerare il conseguimento di un master di secondo livello o, in alcuni casi particolari, anche di un dottorato di ricerca a forte orientamento operativo per accedere a carriere in campo internazionale. È fortemente consigliato il conseguimento di un titolo post-laurea all’estero o in lingua inglese.
Competenze: Il CdS fornisce al laureato competenze in campo economico a forte orientamento internazionale e in campo statistico-quantitativo. Le abilità così acquisite permettono l’impiego presso istituzioni pubbliche e private che prevedano un’attività di analisi e di progettazione. Il laureato in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali può contribuire attivamente con attività di pianificazione e di analisi quantitativa a un livello avanzato. La proiezione internazionale della formazione fornisce al laureato un vantaggio comparato per sbocchi professionali dove l’attività di semplice relazione pubblica è insufficiente e deve essere affiancata e supportata da capacità di analisi statistico-quantitativa che il laureato del CdS acquisisce in modo approfondito rispetto a laureati in classi di laurea attigue che contemplano generiche relazioni internazionali.
Sbocchi professionali: Nella formazione in Scienze Economiche il conseguimento della laurea magistrale è considerato un buon livello di formazione a cui è però consigliabile affiancare una formazione superiore, prevedendo la frequenza di un master di secondo livello o un dottorato di ricerca, ma a forte impronta operativa. Ad un livello di carriera iniziale tuttavia il laureato del CdS può aspirare a posizioni iniziali di analista economico in enti privati e imprese che necessitino di figure professionali con una solida preparazione in campo economico generale e statistico-quantitativo. L’accesso nel settore pubblico può essere ridotto a figure professionali molto limitate dove si necessita della laurea magistrale nella classe di laurea in Scienze dell’Economia. È possibile l’accesso alla libera professione, ma dopo aver completato il tirocinio richiesto dagli Ordini professionali. Inoltre, i laureati del CdS che avranno crediti in numero sufficiente in opportuni gruppi di settori potranno come previsto dalla legislazione vigente partecipare alle prove di ammissione per i percorsi di formazione per l’insegnamento secondario.

La Consultazione (locandina dell’evento, allegato a) dal titolo “SAPERI UNIVERSITARI E OCCUPABILITA’”: si è svolta mercoledì 23 marzo 2016, dalle ore 9,30 alle 12,30 nell’aula C4 e nell’aula C3 della sede di via Salaria 113. E’ stata convocata nel Consiglio di Dipartimento del 22 febbraio 2016. La consultazione ha avuto un rilievo dipartimentale, è organizzata in sessioni comuni e sessioni parallele per le tre filiere dei Corsi afferenti al Dipartimento: Sociologia, Servizio Sociale e Economia.
La filiera economica si è riunita in una sessione comune nell’aula C4, e ha proseguito i lavori nell’ aula C3.
I lavori sono stati introdotti da un intervento della Preside, Prof.ssa Raffaella Messinetti, a sottolineare la rilevanza dell’incontro.
A nome del Direttore del Dipartimento ha poi introdotto il Presidente di Area Didattica di Sociologia Prof. Luciano Zani. La sezione economica è stata coordinata da Giuseppe De Arcangelis (presidente dell’Area didattica di “Economia e Istituzioni”) e da Sandro Gronchi (già primo presidente dell’Area didattica di “Economia e Istituzioni” prima del 2011).
L’intervento iniziale della Preside Messinetti ha sottolineato l’importanza dell’incontro mettendo l’accento su come sia sempre più importante che l’Università dialoghi su se stessa anche con interlocutori esterni e sulla rilevanza della Politica dell’Istruzione anche in termini legislativi.
Nella sessione ristretta all’area economica il prof. Giuseppe De Arcangelis ha presentato i Manifesti e i Regolamenti della laurea triennale in Relazioni Economiche Internazionali (L33) e della laurea magistrale in Analisi Economica delle Istituzioni Economiche Internazionali (LM56) sottolineando le specificità della formazione offerta e l’obiettivo della formazione di economisti che possano ricoprire posizioni di studio e di analisi presso enti sia privati che pubblici, sia di entità nazionale, che internazionale o territoriale.
Il prof. Gronchi ha ricordato la genesi dei corsi di laurea in classe economica presso una Facoltà di Scienze Politiche, originariamente con lo scopo principale di conoscere approfonditamente le istituzioni economiche. In quest’ottica ha sottolineato l’importanza degli insegnamenti modulari a carattere interdisciplinare.
A tutti gli interlocutori intervenuti all’incontro sono state poste le seguenti domande:
1) Quali le vostre considerazioni di massima sul curriculum e sugli insegnamenti dei corsi triennali e magistrali?
2) Ritenete che gli sbocchi formativi e professionali siano rilevanti dal punto di vista culturale e professionale? Quali i vostri suggerimenti?
3) Il vostro punto di osservazione quali suggerimenti potrebbe proporre per migliorare l'offerta curricolare di nostri corsi di laurea triennali e magistrali?
4) Quali sono le criticità e come si potranno sviluppare i mondi e i campi professionali di riferimento dei nostri corsi triennali e magistrali?
5) Quali suggerimenti e indicazioni per iniziative future? (stage, tirocini, seminari comuni, ecc.).

Il primo ad intervenire è stato il dott. Matteo Ansanelli, responsabile per la formazione nella Confederazione Italiana Agricoltori (CIA). Il dott. Ansanelli si è mostrato pienamente d'accordo con la formazione mista offerta dai corsi modulari, particolarmente utile per la formazione di economisti applicati. La domanda di lavoro per gli economisti in generale non è molto elevata, ma le imprese rappresentate dalla CIA hanno un notevole interesse per figure professionali con proiezione internazionale. Il dott. Ansanelli suggerisce di concordare temi su cui far svolgere tesi di laurea, tra cui gli aspetti relativi agli aiuti di stato, i rapporti di filiera, l'innovazione in agricoltura.

In seguito, interviene in collegamento via Skype da Dubai il dott. Giampaolo Bruno (dell’Agenzia per l’Internazionalizzazione delle Imprese, ICE). In conseguenza della sua esperienza internazionale, il dott. Bruno evidenzia che nel confronto tra gli studenti italiani e gli stranieri si nota un’eccessiva attenzione all'astrazione nel percorso formativo. Senza diminuire i principi generale della formazione accademica, il dott. Bruno sottolinea l’importanza degli studi di caso. Inoltre, il percorso formativo dovrebbe colmare alcune mancanze importanti rispetto a quanto offrono le università in altri paesi. Si insiste in modo particolare sull’utilizzo delle lingue estere, in particolare dell’inglese, come strumento di lavoro e sulla capacità di lavorare in gruppo. Viene ricordata l’occasione di formazione post-laurea offerta dall’ICE attraverso il corso di formazione in commercio internazionale (corso CORCE).

Il dott. Nicola Marongiu, responsabile dell’area Welfare della CGIL, ricorda l’importante distinzione nella domanda di economisti da parte del settore pubblico piuttosto che dal settore privato. La domanda del settore pubblico si concentra su figure in grado di proporre e portare avanti progetti, non trascurando l’aspetto del loro finanziamento. Per le imprese risulta importante la domanda di figure professionali con formazione internazionale per prendere vantaggio dall'apertura ai mercati esteri.

La Confindustria è ben rappresentata da tre giovani funzionari, il dott. Alfonso Balsamo, la dott.ssa Silvia Matranga e la dott.ssa Valentina Piacentini (V.Piacentini@confindustria.it). Tutti gli interlocutori sottolineano l’importanza delle lauree triennali ed evidenziano il bisogno di professionalizzazione. Come il dott. Bruno, si evidenziano le competenze importanti per l’ingresso el mercato del lavoro: capacità generali di problem solving, abilità nel lavoro di gruppo. Nella formazione risulta importante acquisire conoscenze in diritto del lavoro, avere particolare attenzione all'analisi dei dati, mostrare abilità nell’utilizzo dei social media. E’ importante incentivare le esperienze di alternanza scuola-lavoro, non solamente attraverso stage ma anche con interventi in aula.

L’ultimo a intervenire tra gli ospiti è il dott. Ottavio Ricchi, dirigente presso la Direzione di Analisi Economica del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il dott. Ricchi ricorda che l’ingresso nella Pubblica Amministrazione avviene ancora attraverso i concorsi e la formazione accademica non può non tenerne conto. Si mostra apprezzamento per l'interdisciplinarietà contenuta nei corsi modulari presenti nel Regolamento dei corsi di studio presentati. Il dott. Ricchi suggerisce anche di disegnare moduli di insegnamento con un approccio più deduttivo: farsi prima delle domande e poi presentare i modelli teorici in modo maggiormente legato alla realtà.

Intervengono successivamente il prof. D'Urso e il prof. Nisticò. Entrambi si trovano d’accordo sui suggerimenti relativi ad una formazione più aderente alla realtà e che parta dai problemi che si riscontrano nelle economie odierne, ma ribadiscono l’importanza dell’analisi teorica per non ricadere nel puro empirismo. Si dicono perfettamente d’accordo nell’utilizzo della lingua inglese come strumento di comunicazione e di analisi da utilizzare nei corsi.

L’incontro si chiude con l’impegno di tutti a stabilire nel tempo rapporti stabili, di considerare questo come il primo di incontri da rinnovare ogni anno per meglio riflettere sulla didattica dei corsi di studio e sul monitoraggio degli sbocchi professionali dei nostri studenti triennali e magistrali.