Programma
PR – Programma
A. Scienza della rappresentazione / B. Geometria descrittiva / C. Disegno di architettura
A. Cenni di Scienza della rappresentazione e Teoria della visione
1. Definizioni, proprietà e ambiti di applicazione del disegno. 1.1 Note storiche sul ruolo culturale del disegno. 1.2. Procedimenti di proiezione e sezione per la costruzione dell’immagine come supporto scientifico alla rappresentazione. 1.3 Questioni di nomenclatura. 1.4. Questioni di percezione visiva.
B. Geometria descrittiva
1. Fondamenti di Geometria proiettiva. 1.1. Definizione degli enti geometrici. 1.2. Postulati. 1.3. Il campo improprio: concetti di Direzione e Giacitura.
2. La prospettività. 2.1. Definizioni: punti, rette e piani corrispondenti. 2.2. La prospettività nel piano – schema di profilo e “in pianta”. 2.3. Punti Uniti e Punti Limite. 2.4. La prospettività nello spazio. 2.5. La prospettività di ribaltamento (ad ogni ribaltamento si può sostituire una operazione di proiezione e sezione da un centro improprio perpendicolare alla bisettrice dell’angolo formato dalle due rette o al bisettore formato dai due piani).
3. L’omologia piana. 3.1. Definizioni: prodotto di due prospettività. 3.2. Centro, asse e i due principi dell’omologia. 3.3. Le tre condizioni perché una omologia sia assegnata. 3.4. I quattro casi dell’omologia (generale, affinità, omotetia, traslazione) – schema di profilo e sul piano. 3.5. Omologia di ribaltamento e il ruolo della figura “specchiata”.
4. Metodi di rappresentazione. 4.1. Inquadramento e definizioni. 4.2. Relazioni geometriche tra centro/i di proiezione e quadro/i 4.3. L’analogia luminosa: cenni di Teoria delle Ombre. 4.3.1. Rappresentazione della sorgente luminosa. 4.3.2. Separatrice di ombra. 4.3.3. Ombre proprie, portate, autoportate e radenti.
5. Metodo delle Proiezioni assonometriche (PA) o Assonometria. 5.1. Generalità: il centro di proiezione improprio e il piano di quadro. 5.2. La terna di assi tri-ortogonali e il Triangolo delle tracce. 5.3. Calcolo dello scorciamento della misura unitaria mediante l’omologia di ribaltamento e la figura “specchiata”. 5.4. Assonometrie ortogonali (mono o isometrica, dimetrica, trimetrica) e Teorema di Schlömilch. 5.5. Assonometrie oblique (generica, cavaliera, militare) e Teorema di Pohlke. 5.6. Lo scorciamento convenzionale nell’assonometria cavaliera e militare. 5.7. Rappresentazione degli enti geometrici: punto, retta, piano. 5.8. Rappresentazione di figure. 5.9. Rappresentazione di solidi a vertice proprio e improprio. 5.10. Spigoli e contorno apparente. 5.11. Ombre proprie e portate. 5.12. Corrispondenze omologiche nella rappresentazione assonometrica. 5.13. Le coniche come sezioni piane di un cono proiettivo.
6. Metodo delle Proiezioni ortogonali (PO). 6.1. Generalità: due centri di proiezione impropri perpendicolari a due piani di quadro ortogonali fra loro. 6.2. Le Doppie proiezioni, la Linea di terra e il ribaltamento di un piano di quadro sull’altro. 6.3. Il ruolo del terzo piano di proiezione. 6.4. Rappresentazione degli enti geometrici (punto, retta, piano) generici e speciali (proiettanti, paralleli, perpendicolari). 6.5. Condizioni di appartenenza (punto a retta, retta a piano) e di incidenza. 6.6. Intersezione tra rette, tra piani e tra rette e piani (complanarità). 6.7. Rappresentazione di solidi a vertice proprio e improprio. 6.8. Rappresentazione di solidi ruotati nello spazio grazie al piano di proiezione ausiliario. 6.9. Misura della lunghezza di un segmento e dell’ampiezza dell’angolo mediante ribaltamento. 6.10. Vera forma di una figura di sezione mediante ribaltamento. 6.11. Corrispondenze omologiche nelle Proiezioni ortogonali. 6.12. Ombre proprie e portate di rette, figure e solidi come intersezione coi piani di luce.
7. Metodo delle Proiezioni centrali (PC) o Prospettiva. 7.1. Generalità: centro di proiezione proprio (Osservatore o Punto di Vista) e piano di quadro (verticale). 7.2. Orizzonte e Fondamentale come retta di fuga e retta di traccia del Geometrale (il suolo) e cfr. con terna di assi dell’Assonometria. 7.3. Concetti di Traccia come intersezione col quadro e di Fuga come immagine di punto o retta impropria. 7.4. Cerchio di distanza (il “riferimento”) come rappresentazione dell’osservatore, della sua distanza principale dal quadro e come luogo geometrico dei punti di fuga delle rette a 45° col quadro. 7.5. Dalla prospettività alla prospettiva: enti, nomenclatura e funzioni. 7.6. Prospettiva col procedimento del doppio ribaltamento (schema spaziale e di profilo): rappresentazione di rette e figure appartenenti al Geometrale mediante l’omologia caso generale, con centro nel punto di vista ribaltato e asse nella retta Fondamentale. 7.7. Prospettiva col procedimento per punti di misura (punto di fuga della retta perpendicolare alla bisettrice dell’angolo fra la retta da misurare e il quadro): rappresentazione degli enti geometrici (punto, retta, piano) generici e speciali (proiettanti, paralleli, perpendicolari); calcolo della misura della lunghezza di un segmento e dell’ampiezza dell’angolo che forma con un piano; rappresentazione di solidi a vertice proprio e improprio e il ruolo dei piani verticali e obliqui e loro tracce e fughe. 7.8. La corrispondenza omologica nella prospettiva. 7.9. Ombre proprie e portate come intersezione coi piani di luce di sorgenti proprie (lampada) e improprie (il sole, davanti all’Osservatore o dietro all’Osservatore, in controluce). 7.10. Rappresentazioni di spazi interni ai solidi mediante una griglia di quadrati e il ruolo dei punti di fuga delle rette a 45° Dx e Sx. 7.11. Prospettiva col procedimento indiretto. 7.12. Le proprietà geometriche dell’occhio umano: il ruolo ottico del Cerchio di distanza e le aberrazioni periferiche. 7.13. Variazioni dell’immagine prospettica al variare dell’Osservatore. 7.14. Schizzi prospettici d’esterno e d’interno tra approssimazione e controllo geometrico.
C. Disegno di architettura
1. Architettura. 1.1. Definizioni storiche. 1.2. Evoluzione della figura professionale, da mastro e artista a intellettuale, filosofo e manager. 1.3. Evoluzione dell’insegnamento tra bottega, accademia e politecnico. 1.4. Concetti generali: la lezione di Le Corbusier a Princeton. 1.5. Tipologie formali: la dialettica tra l’archetipo della grotta (spazio) e l’archetipo della capanna/tenda (struttura). 1.6. Tipologie strutturali: schematizzazioni geometriche e vettoriali (trilite, arco, reticoli, capriate, ecc).
2. Disegno come strumento e linguaggio. 2.1. Nomenclatura. 2.2. Tre ruoli del disegno: conoscenza e sistematizzazione; elaborazione e sviluppo; presentazione e comunicazione. 2.3. Evoluzione storica della rappresentazione di architettura: dal taccuino medioevale alla realtà virtuale. 2.4. Il disegno come modello: schematizzazione, riduzione in scala, proiezione e sezione col quadro. 2.5. Questioni semantiche in relazione al quadro: sezioni, spigoli e contorni apparenti, nascosto e invisibile. 2.6. Questioni simboliche in relazione alla scala: codici grafici. 2.7. Il disegno normato per la riproduzione e la comunicazione: linee e formati in relazione alla tipologia del destinatario, cenni di quotatura e impaginazione.
3. Le figure convenzionali del disegno di architettura. 3.1. La pianta (sezione con un piano orizzontale). 3.2. La sezione verticale. 3.3. Il prospetto con le ombre. 3.4. Assonometrie, spaccati ed esplosi. 3.5. Prospettiva d’esterni. 3.6. Prospettiva di interni e sezioni prospettiche. 3.7. Il modello fisico e le sue declinazioni. 3.8. Il modello digitale e le sue declinazioni.
Prerequisiti
PR – Prerequisiti
Il corso si colloca al primo semestre del primo anno. Costituisce quindi il punto di accesso alle conoscenze del Corso di laurea e non può affidarsi ad alcuna nozione preliminare che non siano quelle della scuola superiore. In particolare, farà riferimento a:
• Nozioni elementari di geometria relative agli enti geometrici fondamentali (punto, retta, piano, volume); alle figure (poligoni) e in particolare al triangolo (punti notevoli), ai solidi (poliedri) regolari e irregolari ai loro elementi notevoli (angoli, spigoli, vertici, mediane, centri, contorno apparente, ecc.); alle proprietà della circonferenza e dei triangoli costruiti su essa (es. Teorema di Talete); alle relazioni fondamentali (simmetria, appartenenza, perpendicolarità, parallelismo, convergenza, complanarità, pendenza, ecc.); al concetto di luogo geometrico.
• Nozioni elementari relative ai concetti di proporzione e di misura (lunghezza, ampiezza, volume, approssimazione, errore, tolleranza, ecc.).
• Nozioni elementari di architettura relative alla terminologia degli elementi fondamentali (es. ordine architettoniche, linee del tetto, elementi di una porta, strutture e partizioni, ecc.).
• Nozioni elementari di disegno di architettura relative alla terminologia delle viste più utilizzate (pianta, prospetto, sezione, vista prospettica, ecc.) e alla loro lettura.
• Nozioni elementari relative al disegno analogico e “a mano libera” e agli strumenti più comuni (fogli, matite, riga, squadre, compasso, gomma, ecc.) oltre che la pratica nel disegnare acquisita nelle scuole inferiori e, in qualche caso, superiori.
• Nozioni di aritmetica relative al calcolo di frazioni, lunghezze, aree e volumi, soprattutto per la definizione della scala di riduzione e delle proporzioni.
• Capacità di leggere e comprendere gli schemi realizzati alla lavagna durante le lezioni e di riprodurli sul taccuino.
• Capacità di leggere e comprendere un testo scientifico, di sintetizzarne gli argomenti in mappe mentali, di esporne gli argomenti utilizzando la terminologia più idonea.
• Alfabetizzazione informatica utile a svolgere le operazioni basilari relative alla gestione dei file e ad accedere alle operazioni di disegno digitale e di stampa.
Testi di riferimento
TA – Testi adottati
1.Concetti generali su disegno e Geometria descrittiva:
• Cesare Cundari, Il Disegno. Ragioni, fondamenti applicazioni, Roma, Kappa, 2006
• Riccardo Migliari, Geometria dei modelli. Rappresentazione grafica e informatica per l'architettura e per il design, Roma, Kappa, 2003
2.Analisi grafica dell’architettura:
• Eric Jenkins, Drawn to Design. Analyzing Architecture through freehand Drawing, Bruxelles: De Gruyter, 2012 (oppure expanded and updated version, Basel: Birkhauser, 2022).
Altri testi facoltativi, legati a temi che emergono durante le lezioni, potranno essere consigliati durante il corso.
Dopo ogni lezione, sarà cura del docente raccogliere le slide degli schemi presentati alla lavagna elettronica e caricarle in un file .pdf sulla pagina del Corso di Moodle, oltre che di segnalare le pagine del libro di riferimento del corso (Cundari) nel quale trovare gli argomenti trattati. Il suggerimento è anche quello di riscrivere in pulito gli appunti raccolti sul taccuino durante la lezione, magari incrociando la lettura del libro, in modo da fissare ancora meglio nomenclatura e costruzioni.
Modalità insegnamento
MS – Modalità di svolgimento
Il corso, di durata semestrale, si articola in lezioni, esercitazioni e laboratorio per un totale di 162 ore (circa 50+50+50 ore).
1.Lezioni
Le lezioni si svolgono prevalentemente mediante il disegno alla lavagna elettronica e qualche sporadica immagine proiettata a schermo. Gli studenti sono chiamati a prendere i loro appunti su un taccuino in formato A4 verticale con copertina rigida e fogli di carta bianca. In alternativa possono utilizzare una tavoletta grafica e stampare le pagine alla fine del corso per costituire un taccuino cartaceo da presentare all’esame.
2.Esercitazioni
Gli argomenti di Geometria descrittiva sono oggetto delle lezioni della prima parte del Corso. In generale, queste lezioni prevedono sempre una parte di comunicazione teorica di circa 90-120 minuti, inframezzata da una pausa, e una parte di esercitazione pratica per il resto della mattinata. In questa seconda fase, gli studenti sono chiamati a disegnare in aula su fogli lisci senza squadratura di formato 33x48 cm (Tipo Album Fabriano), corredati da un cartiglio fornito durante il corso (strumenti e materiali verranno comunicati in aula all’inizio delle lezioni). Le esercitazioni hanno il compito di fissare su carta gli aspetti teorici della rappresentazione, di modo che le costruzioni geometriche (che dovranno essere sempre visibili nel disegno) mostrino i processi proiettivi che avvengono nello spazio, senza preoccuparsi troppo che il risultato finale sia un disegno “pulito”.
Gli esercizi che afferiscono ad una tavola possono anche essere svolti su più fogli, soprattutto se si realizzano disegni grandi (consigliato) che spesso aiutano a comprendere meglio le questioni geometriche. Ogni tavola, che avrà disegni solo su una delle facce, sarà comunque identificata dal cartiglio posto sempre nell’angolo in basso a destra. È infine importante sottolineare che queste tavole, sebbene costituiscano una prova indiretta della partecipazione degli studenti al corso, non saranno prese in considerazione per valutare gli studenti ai fini del voto finale. Il loro scopo è quello di fissare graficamente gli argomenti teorici e costituiscono il materiale primario su cui preparare la parte teorica dell’esame, nel senso che durante la valutazione (l’esame finale) gli studenti dovranno essere in grado di spiegare ed eventualmente riprodurre gli esercizi svolti durante il Corso. Parallelamente, le tavole servono al docente per verificare il livello di apprendimento medio tenuto dalla classe e tornare eventualmente su argomenti che non sono stati assimilati a sufficienza. Per tale motivo, saranno ciclicamente raccolte, corrette e riconsegnate in modo da indicare agli studenti eventuali limiti e argomenti da ripassare per correggerle in vista dell’esame.
Una piccola parte degli esercizi, quelli di maggiore complessità, sarà realizzata anche in ambiente digitale (Autocad) per prendere confidenza con il disegno assistito e con la sua precisione. In quel caso, le esercitazioni si potranno realizzare in aula, per chi è provvisto di computer portatile, oppure a casa.
3.Laboratorio
L’attività di laboratorio prevede l’analisi di un organismo architettonico, in cui l’allieva/o, attraverso l’applicazione degli strumenti della rappresentazione, sarà guidata/o alla conoscenza formale, strutturale e funzionale dell’edificio. L’organismo da analizzare è scelto fra gli esempi dell’architettura contemporanea. Per lo sviluppo di questo tema è richiesta la produzione di una serie di disegni in classe tali da configurare un percorso di conoscenza dell’edificio stesso. Le difficoltà risiedono nel comprendere rapidamente come è fatto l’edificio non avendo a disposizione una conoscenza diretta (l’esperienza del suo spazio e dei dintorni) ma solo “mediata” ovvero dati ricavabili da disegni (forme e misure fondamentali) e da fotografie (materiali e aspetti percettivi) esistenti. Questi devono quindi essere assimilati e ricomposti in modo da formare un modello mentale sufficientemente coerente. In questa fase si instaura un rapporto stretto tra modello mentale e i modelli grafici redatti dagli studenti: ogni nuovo disegno aiuta a capire qualcosa di più dell’edificio e, parallelamente, lo studio dell’edificio aiuta a disegnarlo in modo sempre più chiaro e coerente.
Anche a questo scopo, gli elaborati richiesti variano per scala e per qualità, in modo che assumendo diversi punti di vista sull’edificio si possano comprendere sempre nuovi elementi. In particolare, si richiedono elaborati grafici di insieme e di dettaglio redatti prima analogicamente, sia a mano libera sul taccuino che a riga e squadra su tavole 35x50, e poi digitalmente, prima in ambiente vettoriale al CAD (Computer Aided Design/Drafting) e poi in ambiente raster su Adobe Photoshop o simili, in modo da curare la qualità visiva delle immagini prodotte; è altresì richiesta la costruzione di un modello fisico (il plastico o maquette che dir si voglia) da realizzare in gruppo per la maggior parte in aula e di un modello digitale parziale, da cui si ricaveranno alcune viste da trattare poi in Photoshop.
Gli elaborati richiesti sono quindi concepiti per simulare un iter progettuale che procede dalla prima vaga idea dell’edificio, che viene inizialmente schematizzato e disegnato con grande approssimazione e semplicità, fino al plastico e al modello digitale, la cui realizzazione richiede una conoscenza molto dettagliata dell’edificio, che si raggiunge solo verso la fine del corso.
Generalmente le tavole analogiche contengono: 1. studi grafici analitici, genetici e proporzionali a mano libera (anche a colori) dell’intorno e dell’edificio in proiezione ortogonale e in assonometria, a scale comprese tra 1:1000 e 1:200; 2. rappresentazione coordinata in proiezioni ortogonali in scala 1:100 (pianta, prospetto con ombre e sezione dell’edificio); 3. rappresentazione in assonometria dell’esterno e spaccato assonometrico dell’interno 1:100 o 1:50 con ombre; 4. costruzione di una sezione sulla rampa di scale e corrispondente porzione di pianta in scala 1:50; 5. schizzi prospettici a mano libera da punti di vista stabiliti lungo un percorso che attraversa l’edificio (ma qualcosa potrebbe cambiare da un anno all’altro in funzione del tema di architettura scelto). A queste tavole si aggiunge la stampa in formato A3 di viste dal modello digitale bidimensionale (sezione sulla scala con adeguata applicazione degli spessori delle linee) e tridimensionale (viste assonometriche e/o prospettiche a fil di ferro) dell’edificio, con esempi di trattamenti digitali in Photoshop.
MF – Modalità di frequenza
Il Corso è organizzato in tre lezioni settimanali, da ottobre a dicembre, di circa cinque ore l’una. La frequenza al Corso è fortemente consigliata. In particolare, l’intrinseca difficoltà ad entrare nelle questioni della Geometria descrittiva è superabile in genere combinando l’ascolto delle lezioni (ed eventuali domande al docente per chiarire i punti più oscuri), la trascrizione degli appunti, il disegno e ridisegno degli schemi grafici, lo svolgimento degli esercizi e la verifica dei concetti principali sui libri consigliati.
La frequenza delle ore riservate al Laboratorio è invece obbligatoria (i giorni saranno comunicati durante il Corso dopo aver verificato orari ed eventuali festività), pena l’obbligo di dover riseguire l’anno successivo. In particolare, per sostenere l’esame è necessario essere presenti almeno al 70% delle ore previste per il laboratorio e produrre gli elaborati minimi richiesti e verificati dal docente.
Gran parte del corso è frequentabile avendo con sé i materiali base per il disegno analogico. Un rapido elenco prevede:
• taccuino A4 a fogli lisci bianchi
• album fogli lisci non squadrati 33x48 (o 35x50) tipo Fabriano
• blocco A4 di fogli di carta lucida trasparente
• penne nere e colorate, pennarelli a punta fine e/o pastelli colorati duri (utili alla trascrizione interpretativa degli esercizi di geometria)
• matite 2H, HB, 2B o portamine con mine equivalenti (anche 0.5, 0.7 o 0.9)
• gomma bianca e gomma pane
• temperamatite o temperamine (o carta vetrata per affilare la mina)
• riga da 50cm almeno
• squadre a 30/60° e 45°
• pennarello pantone (o simile) grigio chiaro e grigio molto chiaro (da provare su carta)
• compasso (meglio se con balaustrino, ovvero vite orizzontale)
• forbici e/o taglierino e colla stick (per il cartiglio)
Il costo di questi materiali varia molto in funzione della qualità. Ovviamente, si possono usare gli strumenti già in possesso degli studenti dalle scuole superiori. I materiali utili alla costruzione del plastico saranno comunicati in seguito.
Una parte delle lezioni finali, dedicate al disegno digitale, richiedono invece l’uso di un computer (portatile) con installato Autocad (scaricabile gratuitamente per gli iscritti a Sapienza) e software di fotoritocco, come Adobe Photoshop o simili open-source.
Frequenza
MF – Modalità di frequenza
Il Corso è organizzato in tre lezioni settimanali, da ottobre a dicembre, di circa cinque ore l’una. La frequenza al Corso è fortemente consigliata. In particolare, l’intrinseca difficoltà ad entrare nelle questioni della Geometria descrittiva è superabile in genere combinando l’ascolto delle lezioni (ed eventuali domande al docente per chiarire i punti più oscuri), la trascrizione degli appunti, il disegno e ridisegno degli schemi grafici, lo svolgimento degli esercizi e la verifica dei concetti principali sui libri consigliati.
La frequenza delle ore riservate al Laboratorio è invece obbligatoria (i giorni saranno comunicati durante il Corso dopo aver verificato orari ed eventuali festività), pena l’obbligo di dover riseguire l’anno successivo. In particolare, per sostenere l’esame è necessario essere presenti almeno al 70% delle ore previste per il laboratorio e produrre gli elaborati minimi richiesti e verificati dal docente.
Gran parte del corso è frequentabile avendo con sé i materiali base per il disegno analogico. Un rapido elenco prevede:
• taccuino A4 a fogli lisci bianchi
• album fogli lisci non squadrati 33x48 (o 35x50) tipo Fabriano
• blocco A4 di fogli di carta lucida trasparente
• penne nere e colorate, pennarelli a punta fine e/o pastelli colorati duri (utili alla trascrizione interpretativa degli esercizi di geometria)
• matite 2H, HB, 2B o portamine con mine equivalenti (anche 0.5, 0.7 o 0.9)
• gomma bianca e gomma pane
• temperamatite o temperamine (o carta vetrata per affilare la mina)
• riga da 50cm almeno
• squadre a 30/60° e 45°
• pennarello pantone (o simile) grigio chiaro e grigio molto chiaro (da provare su carta)
• compasso (meglio se con balaustrino, ovvero vite orizzontale)
• forbici e/o taglierino e colla stick (per il cartiglio)
Il costo di questi materiali varia molto in funzione della qualità. Ovviamente, si possono usare gli strumenti già in possesso degli studenti dalle scuole superiori. I materiali utili alla costruzione del plastico saranno comunicati in seguito.
Una parte delle lezioni finali, dedicate al disegno digitale, richiedono invece l’uso di un computer (portatile) con installato Autocad (scaricabile gratuitamente per gli iscritti a Sapienza) e software di fotoritocco, come Adobe Photoshop o simili open-source.
Modalità di esame
MV – Modalità di valutazione
La verifica dell’apprendimento conseguito dagli studenti si svolge attraverso una sequenza di prove.
1.Scritto. La prima prova è un test scritto da svolgere in 2 ore circa a mano libera o col supporto di squadra e compasso. Agli studenti viene fornita una fotocopia su foglio A3 con alcuni schemi grafici relativi ad altrettanti esercizi da svolgere nell’ambito dei casi dell’Omologia, delle Proiezioni Ortogonali, dell’Assonometria, della Prospettiva e della Teoria delle Ombre. Ai cinque esercizi si aggiunge la richiesta di scrivere la definizione di un termine chiave relativo alla Scienza della rappresentazione (es. “punto di fuga”, “retta unita”, “triangolo delle tracce”, ecc.).
2.Orale. Il test viene corretto dal docente collegialmente con lo studente o la studentessa. Se gli esercizi sono tutti corretti non vengono poste altre domande. Se invece emergono dei problemi nella risoluzione degli esercizi o gli stessi sono incompleti, verranno poste domande in relazione all’argomento dell’esercizio per valutare la capacità di ragionare su problemi spaziali, anche chiedendo agli studenti di realizzare rapidi schemi a mano libera all’istante. Gli studenti sono ammessi all’orale anche se hanno sbagliato tutti gli esercizi ma dovranno dimostrare di aver acquisito la terminologia e le competenze minime legate alla “visione nello spazio” per poter procedere nella prova.
3.Tavole. Gli studenti presentano il lavoro svolto sul disegno di architettura, in particolare le tavole del laboratorio (individuali) e il plastico (di gruppo) con cui devono dimostrare di aver acquisito la terminologia e i procedimenti mentali e grafici (piani di sezione, proiezione di spigoli e contorni, simboli, coordinamento tra i diversi disegni, ecc.) utili alla rappresentazione di architettura
4.Taccuino. Gli studenti presentano il taccuino per mostrare l’evoluzione dei loro appunti e, più in generale, delle loro capacità di gestire lo spazio della pagina e l’elaborazione grafica delle informazioni.
Modalità di erogazione
MS – Modalità di svolgimento
Il corso, di durata semestrale, si articola in lezioni, esercitazioni e laboratorio per un totale di 162 ore (circa 50+50+50 ore).
1.Lezioni
Le lezioni si svolgono prevalentemente mediante il disegno alla lavagna elettronica e qualche sporadica immagine proiettata a schermo. Gli studenti sono chiamati a prendere i loro appunti su un taccuino in formato A4 verticale con copertina rigida e fogli di carta bianca. In alternativa possono utilizzare una tavoletta grafica e stampare le pagine alla fine del corso per costituire un taccuino cartaceo da presentare all’esame.
2.Esercitazioni
Gli argomenti di Geometria descrittiva sono oggetto delle lezioni della prima parte del Corso. In generale, queste lezioni prevedono sempre una parte di comunicazione teorica di circa 90-120 minuti, inframezzata da una pausa, e una parte di esercitazione pratica per il resto della mattinata. In questa seconda fase, gli studenti sono chiamati a disegnare in aula su fogli lisci senza squadratura di formato 33x48 cm (Tipo Album Fabriano), corredati da un cartiglio fornito durante il corso (strumenti e materiali verranno comunicati in aula all’inizio delle lezioni). Le esercitazioni hanno il compito di fissare su carta gli aspetti teorici della rappresentazione, di modo che le costruzioni geometriche (che dovranno essere sempre visibili nel disegno) mostrino i processi proiettivi che avvengono nello spazio, senza preoccuparsi troppo che il risultato finale sia un disegno “pulito”.
Gli esercizi che afferiscono ad una tavola possono anche essere svolti su più fogli, soprattutto se si realizzano disegni grandi (consigliato) che spesso aiutano a comprendere meglio le questioni geometriche. Ogni tavola, che avrà disegni solo su una delle facce, sarà comunque identificata dal cartiglio posto sempre nell’angolo in basso a destra. È infine importante sottolineare che queste tavole, sebbene costituiscano una prova indiretta della partecipazione degli studenti al corso, non saranno prese in considerazione per valutare gli studenti ai fini del voto finale. Il loro scopo è quello di fissare graficamente gli argomenti teorici e costituiscono il materiale primario su cui preparare la parte teorica dell’esame, nel senso che durante la valutazione (l’esame finale) gli studenti dovranno essere in grado di spiegare ed eventualmente riprodurre gli esercizi svolti durante il Corso. Parallelamente, le tavole servono al docente per verificare il livello di apprendimento medio tenuto dalla classe e tornare eventualmente su argomenti che non sono stati assimilati a sufficienza. Per tale motivo, saranno ciclicamente raccolte, corrette e riconsegnate in modo da indicare agli studenti eventuali limiti e argomenti da ripassare per correggerle in vista dell’esame.
Una piccola parte degli esercizi, quelli di maggiore complessità, sarà realizzata anche in ambiente digitale (Autocad) per prendere confidenza con il disegno assistito e con la sua precisione. In quel caso, le esercitazioni si potranno realizzare in aula, per chi è provvisto di computer portatile, oppure a casa.
3.Laboratorio
L’attività di laboratorio prevede l’analisi di un organismo architettonico, in cui l’allieva/o, attraverso l’applicazione degli strumenti della rappresentazione, sarà guidata/o alla conoscenza formale, strutturale e funzionale dell’edificio. L’organismo da analizzare è scelto fra gli esempi dell’architettura contemporanea. Per lo sviluppo di questo tema è richiesta la produzione di una serie di disegni in classe tali da configurare un percorso di conoscenza dell’edificio stesso. Le difficoltà risiedono nel comprendere rapidamente come è fatto l’edificio non avendo a disposizione una conoscenza diretta (l’esperienza del suo spazio e dei dintorni) ma solo “mediata” ovvero dati ricavabili da disegni (forme e misure fondamentali) e da fotografie (materiali e aspetti percettivi) esistenti. Questi devono quindi essere assimilati e ricomposti in modo da formare un modello mentale sufficientemente coerente. In questa fase si instaura un rapporto stretto tra modello mentale e i modelli grafici redatti dagli studenti: ogni nuovo disegno aiuta a capire qualcosa di più dell’edificio e, parallelamente, lo studio dell’edificio aiuta a disegnarlo in modo sempre più chiaro e coerente.
Anche a questo scopo, gli elaborati richiesti variano per scala e per qualità, in modo che assumendo diversi punti di vista sull’edificio si possano comprendere sempre nuovi elementi. In particolare, si richiedono elaborati grafici di insieme e di dettaglio redatti prima analogicamente, sia a mano libera sul taccuino che a riga e squadra su tavole 35x50, e poi digitalmente, prima in ambiente vettoriale al CAD (Computer Aided Design/Drafting) e poi in ambiente raster su Adobe Photoshop o simili, in modo da curare la qualità visiva delle immagini prodotte; è altresì richiesta la costruzione di un modello fisico (il plastico o maquette che dir si voglia) da realizzare in gruppo per la maggior parte in aula e di un modello digitale parziale, da cui si ricaveranno alcune viste da trattare poi in Photoshop.
Gli elaborati richiesti sono quindi concepiti per simulare un iter progettuale che procede dalla prima vaga idea dell’edificio, che viene inizialmente schematizzato e disegnato con grande approssimazione e semplicità, fino al plastico e al modello digitale, la cui realizzazione richiede una conoscenza molto dettagliata dell’edificio, che si raggiunge solo verso la fine del corso.
Generalmente le tavole analogiche contengono: 1. studi grafici analitici, genetici e proporzionali a mano libera (anche a colori) dell’intorno e dell’edificio in proiezione ortogonale e in assonometria, a scale comprese tra 1:1000 e 1:200; 2. rappresentazione coordinata in proiezioni ortogonali in scala 1:100 (pianta, prospetto con ombre e sezione dell’edificio); 3. rappresentazione in assonometria dell’esterno e spaccato assonometrico dell’interno 1:100 o 1:50 con ombre; 4. costruzione di una sezione sulla rampa di scale e corrispondente porzione di pianta in scala 1:50; 5. schizzi prospettici a mano libera da punti di vista stabiliti lungo un percorso che attraversa l’edificio (ma qualcosa potrebbe cambiare da un anno all’altro in funzione del tema di architettura scelto). A queste tavole si aggiunge la stampa in formato A3 di viste dal modello digitale bidimensionale (sezione sulla scala con adeguata applicazione degli spessori delle linee) e tridimensionale (viste assonometriche e/o prospettiche a fil di ferro) dell’edificio, con esempi di trattamenti digitali in Photoshop.