GIOVANNA SAVIANO
Structure:
Dipartimento di INGEGNERIA CHIMICA, MATERIALI, AMBIENTE
SSD:
GEOS-01/D

Receiving hours

martedì dalle 14:30 alle 17:30

Curriculum

Ha conseguito la Laurea presso l'Università degli Studi di Napoli “Federico II” il 29-11-85 in Scienze Geologiche Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria Chimica, dei Materiali, delle Materie Prime e Metallurgia presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" il 6 settembre 1991.
Negli aa.aa 1991/92 e 1992/93 è stata ammessa all’attività di ricerca di Postdottorato nel Settore di Ingegneria dei Materiali delle Materie Prime e Metallurgia.
E’ ricercatrice confermata nel gruppo disciplinare GEO/09 nella Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dal 01.03.1997, presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali e Ambiente.
Dal 2004 è associata presso la Struttura dei Laboratori Nazionali di Frascati, dove collabora con il Gruppo 1.
Dal 2007 è associata al CERN dove collabora nell’esperimento CMS all’LHC.
Direttrice del Museo di Arte e Giacimenti Minerari con decreto rettorale dal 2005 al 2008. Nell’ambito delle attività di divulgazione del Gruppo dei Musei dell’Ateneo “La Sapienza” ha curato negli anni precedenti sia la redazione di un catalogo che la preparazione di due mostre presso il rettorato. Ha organizzato per il Museo scuole estive, seminari e workshop ed ha aperto una collana dal titolo:" Letture di Georisorse e Ambiente".
Autrice di numerosi articoli e contributi a congressi sia nazionali che internazionali
L’attività scientifica è articolata in vari ambiti di ricerca:
Giacimenti minerari: modellizzazione delle risorse, metalli rocce e minerali industriali. Studi su depositi di rame e oro, mineralizzazioni tipo BIF e Caolino sono stati realizzati su depositi e manifestazioni dell’Angola meridionale nell’ambito di un progetto di cooperazione italo-angolana. Depositi di Fe e Mn con anomalie aurifere dell’Argentario e di P.S.Pietro (Lazio sett. Toscana meridionale).
Rocce ornamentali: Tesi di dottorato sui calcari miocenici dell’area appenninica meridionale, studi di prospezione sul Complesso del “Granito Nero” dell’Angola, del Granito sardo e del Travertino romano. Sulle risorse lapidee storiche del Lazio meridionale nell’ambito di un progetto PRIN dal titolo: Le cave "continue": caratterizzazione merceologica delle rocce ornamentali laziali dal passato al presente”
Recupero di metalli: studi sul recupero di oro da scarti di lavorazione orafa. Sono stati analizzati , mediante acquisizione di microfotografia SEM per successive analisi d’immagine, i prodotti raccolti dagli scarti della lavorazione e della pulitura di oggetti in oro da laboratori artigiani orafi.
Minerali/Ambiente: caratterizzazione di zeoliti sarde provenienti dall’area di Romana, e di quelle albanesi su cui è stata sviluppata una tesi di dottorato in collaborazione con l’Università di Tirana. Sono in corso di studio le zeoliti dell’area romana della via Tiberina, tufi e pozzolane provenienti dall’area del Lazio meridionale.
Archeometria: analisi di numerosi reperti provenienti dall’area Veientana e dal tempio etrusco di Pyrgi, sono stati studiati due grossi complessi di campioni: un gruppo di reperti fittili con terrecotte architettoniche, ceramiche, buccheri ed un altro di manufatti in metallo con numerosi frammenti di reperti in piombo, ferro, rame, leghe polimetalliche e bronzei.
Fibre ottiche (FBG): nell’ambito di un progetto PRIN dal titolo ”Sistemi di monitoraggio strutturale e termico in fibra ottica nel campo di temperature da 4°K a 2100°K. Sono state realizzate prove preliminari di applicazioni di fibre ottiche (FBG) al monitoraggio di rocce, nel caso specifico di campione di tufo giallo zeolitizzato della Via Tiberina e di tufo “rosso a scorie nere”.

Tomografia 3D: nell’ambito del progetto “Btev” presso i laboratori dell’INF di Frascati contributo a test preliminari mediante microtomografo per l’analisi di deformazioni su componenti di rivelatori di particelle subatomiche.
CMS presso LNF_INFN e CERN: studio sugli inquinanti e caratterizzazione dei filtri utilizzati (zeolitici e metallici) nel sistema CL (Closed Loop) per la purificazione delle miscele di gas impiegate nei rivelatori di particelle di alte energia nell’esperimento CMS (Compact Muon Solenoid) all’LHC (Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra.
CMS GEM ed RPC presso LNF_INFN e CERN: La caratterizzazione dal punto di vista ingegneristico dei materiali costituenti i rivelatori GEM (Gas Electron Multipliers) e RPC (Resistive Plate Chambers) è stata portata avanti nell’ambito della collaborazione ed ha permesso la raccolta ed analisi di dati importanti sia dal punto di vista della costruzione delle camere che dal punto di vista della longevità e resistenza ai diversi agenti presenti (radiazioni, gas, tensionamenti).
CYGNO: In ambito gruppo I in associazione con i Laboratori di Frascati collabora al progetto Cygno. Finanziato nel 2019 da CSN2, dall’ ERC grant (ERC-INITIUM- 818744) e dal PRIN Zero Radioactivity in Future Experiments in collaborazione con GSSI (Gran Sasso Science Institute), L’aquila) and LNGS (Laboratori Nazionali Gran Sasso, INFN).L’esperimento prevede la costruzione di un detector per dimostrare la fattibilità di una TPC grande per la ricerca Direzionale della materia oscura e del neutrino solare. Questo dimostratore indaga la sensitività per le alte energie al rinculo nucleare ed elettronico di miscele di gas leggere (He/CF4) e l’alta sensitività e granulosità degli innovativi sensori sCMOS. Tutto il design, la costruzione e i test del detector Cygno e dei suoi prototipi sono effettuati presso i Laboratori di Frascati.
TANGO_R&D La collaborazione si è estesa ad un nuovo tipo di rivelatore gassoso il Resistive Cylindrical
Chamber (RCC) iniziato nel 2020, lo sviluppo di quel rivelatore è proseguito negli ultimi anni e nel 2025 è stata finanziata la proposta di ricerca e caratterizzazione di TANGO_R&D (Toward A New Generation Of RPC Detectors) che rappresenta un’estensione del rivelatore RPC al caso di elettrodi cilindrici, con l’obiettivo di introdurre due ulteriori parametri di controllo sul processo di scarica: la pressione del gas e il gradiente di campo elettrico all’interno della gap. Tale dispositivo, schematizzato in figura 1, è costituito da due elettrodi cilindrici concentrici il cui spessore è inferiore al mm e dipende dal materiale resistivo selezionato.
La corona cilindrica racchiusa tra i due tubi resistivi è riempita da una miscela di gas.
Collaborazioni continuative sono state, nell’ambito dell’attività con i Laboratori Nazionali di Frascati, presso i laboratori: ASTRA e LUCE LAB e presso il Cern con “Materials Metrology and NDT lab”, la Gamma Facility Irradiation, GIF++ e presso la “Surface Coatings and Chemistry section” (SCC), TE/VSC) della sezione “Engineering Department “al CERN e con il Politecnico di Torino.