DIRITTO ROMANO

Obiettivi formativi

Italiano: Il corso si baserà sulle fonti romane, in particolare quelle giuridiche. Saranno esaminate fonti di produzione del diritto contemporanee e pronunce giurisprudenziali sui beni pubblici.

Canale 1
ELENA TASSI Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
Finalità e caratteri. Il corso si propone di approfondire lo studio del regime dei beni in diritto romano, privilegiando una prospettiva storica utile a comprendere i percorsi che nel tempo hanno consentito di costruire un ‘modello unificante’, incentrato sulla fondamentale distinzione publicus/ privatus, capace di assorbire al suo interno una molteplicità di realtà giuridiche differenti, sviluppatesi nel corso dei secoli, con alcune ‘zone grigie’: è il caso delle res communes. Il corso si articola in due parti: una generale ed una speciale. Nella parte generale si prenderanno in esame le diverse nozioni di publicus, privatus e communis documentate dalle fonti giuridiche, seguendone lo sviluppo storico. All’interno delle res publicae, particolare attenzione sarà quindi rivolta alla categoria delle res ad usos populi, caratterizzate in termini del tutto peculiari, in ragione della utilitas che esse esprimono per la comunità. Nella parte speciale, ai fini della migliore comprensione della complessità del modello e delle logiche che ne sono a fondamento, si analizzerà il caso emblematico dell’ager compascuus, la terra destinata al pascolo, non inquadrabile all’interno delle categorie publico/privato e definita dalle fonti in termini di bene comune di pertinenza di una determinata collettività di soggetti.
Prerequisiti
Per comprendere i contenuti dell'insegnamento non sono previsti prerequisiti specifici. La conoscenza della lingua latina è utile ma non indispensabile. I testi in lingua latina sono tradotti.
Testi di riferimento
Testi per sostenere l’esame: Studenti frequentanti: 1) G. GROSSO, Corso di diritto romano. Le cose. Con una ´nota di lettura di Filippo Gallo (scaricabile gratuitamente da internet https://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/allegati/dirittoromano0102grosso.pdf), limitatamente alle parti indicate a lezione. 2) E. TASSI SCANDONE, Terre comuni e pubbliche tra diritto romano e regole agrimensorie. Pubblicazioni del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Roma La Sapienza vol. 123, Napoli, Jovene, 2017, ISBN:9788824324892. Studenti non frequentanti: 1) A. DI PORTO, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli editore, Torino 2014; 2) A. DI PORTO, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli editore, Torino 2013.
Modalità insegnamento
Il modello didattico adottato prevede lezioni frontali ed esercitazioni.
Frequenza
La frequenza non è obbligatoria ma vivamente consigliata.
Modalità di esame
L’esame, che si svolge oralmente, è finalizzato ad accertare la preparazione e le abilità conseguite dallo studente in termini di conoscenza della materia e di acquisizione di specifiche capacità che consentano il raggiungimento di un’autonomia di giudizio: conoscenza delle questioni principali della materia e corretta applicazione dei principi del metodo esegetico Durante il Corso sono previste prove intermedie facoltative ed esercitazioni finalizzate ad una migliore comprensione della materia. Per superare l'esame occorre conseguire un voto non inferiore a 18/30. Lo studente deve dimostrare di aver acquisito una conoscenza sufficiente degli argomenti indicati nelle diverse parti in cui si articola il programma. Per conseguire un punteggio pari a 30/30 e lode, lo studente deve invece dimostrare di aver acquisito una conoscenza eccellente di tutti gli argomenti trattati durante il corso ed essere in grado di raccordarli in modo logico e coerente.
Modalità di erogazione
Il modello didattico adottato prevede lezioni frontali ed esercitazioni.
ELENA TASSI Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
Finalità e caratteri. Il corso si propone di approfondire lo studio del regime dei beni in diritto romano, privilegiando una prospettiva storica utile a comprendere i percorsi che nel tempo hanno consentito di costruire un ‘modello unificante’, incentrato sulla fondamentale distinzione publicus/ privatus, capace di assorbire al suo interno una molteplicità di realtà giuridiche differenti, sviluppatesi nel corso dei secoli, con alcune ‘zone grigie’: è il caso delle res communes. Il corso si articola in due parti: una generale ed una speciale. Nella parte generale si prenderanno in esame le diverse nozioni di publicus, privatus e communis documentate dalle fonti giuridiche, seguendone lo sviluppo storico. All’interno delle res publicae, particolare attenzione sarà quindi rivolta alla categoria delle res ad usos populi, caratterizzate in termini del tutto peculiari, in ragione della utilitas che esse esprimono per la comunità. Nella parte speciale, ai fini della migliore comprensione della complessità del modello e delle logiche che ne sono a fondamento, si analizzerà il caso emblematico dell’ager compascuus, la terra destinata al pascolo, non inquadrabile all’interno delle categorie publico/privato e definita dalle fonti in termini di bene comune di pertinenza di una determinata collettività di soggetti.
Prerequisiti
Per comprendere i contenuti dell'insegnamento non sono previsti prerequisiti specifici. La conoscenza della lingua latina è utile ma non indispensabile. I testi in lingua latina sono tradotti.
Testi di riferimento
Testi per sostenere l’esame: Studenti frequentanti: 1) G. GROSSO, Corso di diritto romano. Le cose. Con una ´nota di lettura di Filippo Gallo (scaricabile gratuitamente da internet https://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/allegati/dirittoromano0102grosso.pdf), limitatamente alle parti indicate a lezione. 2) E. TASSI SCANDONE, Terre comuni e pubbliche tra diritto romano e regole agrimensorie. Pubblicazioni del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Roma La Sapienza vol. 123, Napoli, Jovene, 2017, ISBN:9788824324892. Studenti non frequentanti: 1) A. DI PORTO, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli editore, Torino 2014; 2) A. DI PORTO, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli editore, Torino 2013.
Modalità insegnamento
Il modello didattico adottato prevede lezioni frontali ed esercitazioni.
Frequenza
La frequenza non è obbligatoria ma vivamente consigliata.
Modalità di esame
L’esame, che si svolge oralmente, è finalizzato ad accertare la preparazione e le abilità conseguite dallo studente in termini di conoscenza della materia e di acquisizione di specifiche capacità che consentano il raggiungimento di un’autonomia di giudizio: conoscenza delle questioni principali della materia e corretta applicazione dei principi del metodo esegetico Durante il Corso sono previste prove intermedie facoltative ed esercitazioni finalizzate ad una migliore comprensione della materia. Per superare l'esame occorre conseguire un voto non inferiore a 18/30. Lo studente deve dimostrare di aver acquisito una conoscenza sufficiente degli argomenti indicati nelle diverse parti in cui si articola il programma. Per conseguire un punteggio pari a 30/30 e lode, lo studente deve invece dimostrare di aver acquisito una conoscenza eccellente di tutti gli argomenti trattati durante il corso ed essere in grado di raccordarli in modo logico e coerente.
Modalità di erogazione
Il modello didattico adottato prevede lezioni frontali ed esercitazioni.
Canale 2
DOMENICO DURSI Scheda docente
DOMENICO DURSI Scheda docente
Canale 3
ANTONIO ANGELOSANTO Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
La parte generale del corso di “Diritto romano” sarà incentrata sul processo civile romano, con particolare riferimento a quello formulare. La parte speciale del corso sarà invece dedicata alle azioni e agli interdetti popolari. Per lo studio della parte generale sarà necessaria la rilettura del capitolo dedicato al processo in un qualsiasi manuale di “Istituzioni di diritto romano” (ad es. M. Marrone, Istituzioni di diritto romano3, Palermo 2006, limitatamente alle pp. 55-115; oppure M. Marrone, Manuale di diritto privato romano, Torino 2004, pp. 29-76). Relativamente alla parte speciale, per gli studenti frequentanti il corso saranno sufficienti gli appunti dalle lezioni, durante le quali saranno esaminate, secondo il metodo esegetico e comparativo, fonti romane, moderne e contemporanee, con particolare attenzione a quelle giuridiche. Per ciò che concerne le fonti romane, la cui traduzione non sia offerta durante le lezioni, gli studenti frequentanti potranno avvalersi delle traduzioni in lingua italiana che troveranno in D. Mantovani, Le formule del processo privato romano. Per la didattica delle Istituzioni di diritto romano2, Padova 1999. Per gli studenti non frequentanti, invece, per la parte speciale sarà necessario studiare A. Di Porto, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli Editore, Torino 2013 e A. Di Porto, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli Editore, Torino 2014.
Prerequisiti
Come prerequisito è necessario possedere la conoscenza delle “Istituzioni di diritto privato” e delle “Istituzioni diritto romano”. È utile la conoscenza di base delle categorie del “Diritto processuale civile”. Come propedeuticità è necessario aver superato l’esame di “Istituzioni di diritto privato” e di “Istituzioni di diritto romano” (o, in alternativa, “Storia del diritto romano” se si tratta di studenti appartenenti all’ordinamento del 1948).
Testi di riferimento
- M. Marrone, Manuale di diritto privato romano, Giappichelli Editore, Torino 2004, pp. 29-76 (o qualsiasi altro manuale di “Istituzioni di diritto romano” limitatamente al capitolo dedicato al “Processo”); - A. Di Porto, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli Editore, Torino 2013 e A. Di Porto, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli Editore, Torino 2014.
Frequenza
La frequenza del corso è facoltativa.
Modalità di esame
La prova orale consiste in un colloquio attinente all’intera materia corrispondente al programma del corso. Durante l’esame, la commissione esaminatrice verifica la conoscenza dei principi fondanti la materia, l’acquisizione del linguaggio tecnico e la capacità del candidato di ripercorrere il ragionamento storico-giuridico proposto sulla base delle interpretazioni delle fonti giuridiche antiche e contemporanee. Ai fini della valutazione, in trentesimi, della prova orale, saranno presi in considerazione innanzitutto la precisione e la completezza delle risposte ma anche la proprietà del linguaggio utilizzato, il collegamento tra i vari argomenti e le capacità critiche e logico-argomentative del candidato. Al termine del colloquio al candidato viene comunicato l’avvenuto superamento o meno dell’esame e, nel primo caso, del voto conseguito. Gli studenti frequentanti il corso saranno invitati a redigere almeno un elaborato scritto che verrà discusso e valutato in sede di prova orale.
Bibliografia
F.P. CASAVOLA, Studi sulle azioni popolari romane. Le «actiones populares», Napoli 1957 = Martina Franca 1991; R. ORESTANO, Azione Diritti soggettivi Persone giuridiche. Scienza del diritto e storia, Bologna 1978; M. TALAMANCA, voce Processo civile (diritto romano), in ED XXXVI, Milano 1987, pp. 1-79; A. BISCARDI, La tutela interdittale ed il relativo processo. Corso di lezioni 1955-1956, a cura e con una Nota di lettura di R. MARTINI, in RDR, 2, 2002, pp. 9-98; S. SETTIS, Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Torino 2012.
Modalità di erogazione
Il corso si baserà su due essenziali indirizzi metodologici: «approccio diretto con le fonti» (F. SERRAO, Diritto privato economia e società nella storia di Roma, I, Napoli 2006, p. 13) ed esercizio nella scrittura. Quanto al primo, il corso ruoterà prevalentemente intorno alla lettura delle fonti romane, in particolare quelle giuridiche, di cui sarà fornita traduzione in italiano. Saranno altresì esaminate fonti di produzione del diritto contemporanee e pronunce giurisprudenziali. Per quel che riguarda il secondo indirizzo, gli studenti frequentanti il corso saranno invitati a redigere almeno un elaborato scritto che verrà discusso e valutato in sede di esame. Il miglior elaborato verrà proposto per la pubblicazione alla Redazione dei Sapienza Legal Papers. Quaderni degli alunni della Facoltà di Giurisprudenza. Su questi indirizzi metodologici è raccomandata, per i frequentanti il corso, la lettura di A. DI PORTO, Da Scialoja a Irti: la didattica del diritto romano (e non solo) nell’età della giurisdizione. Spunti per una riflessione, in BIDR 116 (2022), pp. 1 ss.
ANTONIO ANGELOSANTO Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
La parte generale del corso di “Diritto romano” sarà incentrata sul processo civile romano, con particolare riferimento a quello formulare. La parte speciale del corso sarà invece dedicata alle azioni e agli interdetti popolari. Per lo studio della parte generale sarà necessaria la rilettura del capitolo dedicato al processo in un qualsiasi manuale di “Istituzioni di diritto romano” (ad es. M. Marrone, Istituzioni di diritto romano3, Palermo 2006, limitatamente alle pp. 55-115; oppure M. Marrone, Manuale di diritto privato romano, Torino 2004, pp. 29-76). Relativamente alla parte speciale, per gli studenti frequentanti il corso saranno sufficienti gli appunti dalle lezioni, durante le quali saranno esaminate, secondo il metodo esegetico e comparativo, fonti romane, moderne e contemporanee, con particolare attenzione a quelle giuridiche. Per ciò che concerne le fonti romane, la cui traduzione non sia offerta durante le lezioni, gli studenti frequentanti potranno avvalersi delle traduzioni in lingua italiana che troveranno in D. Mantovani, Le formule del processo privato romano. Per la didattica delle Istituzioni di diritto romano2, Padova 1999. Per gli studenti non frequentanti, invece, per la parte speciale sarà necessario studiare A. Di Porto, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli Editore, Torino 2013 e A. Di Porto, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli Editore, Torino 2014.
Prerequisiti
Come prerequisito è necessario possedere la conoscenza delle “Istituzioni di diritto privato” e delle “Istituzioni diritto romano”. È utile la conoscenza di base delle categorie del “Diritto processuale civile”. Come propedeuticità è necessario aver superato l’esame di “Istituzioni di diritto privato” e di “Istituzioni di diritto romano” (o, in alternativa, “Storia del diritto romano” se si tratta di studenti appartenenti all’ordinamento del 1948).
Testi di riferimento
- M. Marrone, Manuale di diritto privato romano, Giappichelli Editore, Torino 2004, pp. 29-76 (o qualsiasi altro manuale di “Istituzioni di diritto romano” limitatamente al capitolo dedicato al “Processo”); - A. Di Porto, Res in usu publico e ‘beni comuni’. Il nodo della tutela, Giappichelli Editore, Torino 2013 e A. Di Porto, Salubritas e forme di tutela in età romana. Il ruolo del civis, Giappichelli Editore, Torino 2014.
Frequenza
La frequenza del corso è facoltativa.
Modalità di esame
La prova orale consiste in un colloquio attinente all’intera materia corrispondente al programma del corso. Durante l’esame, la commissione esaminatrice verifica la conoscenza dei principi fondanti la materia, l’acquisizione del linguaggio tecnico e la capacità del candidato di ripercorrere il ragionamento storico-giuridico proposto sulla base delle interpretazioni delle fonti giuridiche antiche e contemporanee. Ai fini della valutazione, in trentesimi, della prova orale, saranno presi in considerazione innanzitutto la precisione e la completezza delle risposte ma anche la proprietà del linguaggio utilizzato, il collegamento tra i vari argomenti e le capacità critiche e logico-argomentative del candidato. Al termine del colloquio al candidato viene comunicato l’avvenuto superamento o meno dell’esame e, nel primo caso, del voto conseguito. Gli studenti frequentanti il corso saranno invitati a redigere almeno un elaborato scritto che verrà discusso e valutato in sede di prova orale.
Bibliografia
F.P. CASAVOLA, Studi sulle azioni popolari romane. Le «actiones populares», Napoli 1957 = Martina Franca 1991; R. ORESTANO, Azione Diritti soggettivi Persone giuridiche. Scienza del diritto e storia, Bologna 1978; M. TALAMANCA, voce Processo civile (diritto romano), in ED XXXVI, Milano 1987, pp. 1-79; A. BISCARDI, La tutela interdittale ed il relativo processo. Corso di lezioni 1955-1956, a cura e con una Nota di lettura di R. MARTINI, in RDR, 2, 2002, pp. 9-98; S. SETTIS, Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Torino 2012.
Modalità di erogazione
Il corso si baserà su due essenziali indirizzi metodologici: «approccio diretto con le fonti» (F. SERRAO, Diritto privato economia e società nella storia di Roma, I, Napoli 2006, p. 13) ed esercizio nella scrittura. Quanto al primo, il corso ruoterà prevalentemente intorno alla lettura delle fonti romane, in particolare quelle giuridiche, di cui sarà fornita traduzione in italiano. Saranno altresì esaminate fonti di produzione del diritto contemporanee e pronunce giurisprudenziali. Per quel che riguarda il secondo indirizzo, gli studenti frequentanti il corso saranno invitati a redigere almeno un elaborato scritto che verrà discusso e valutato in sede di esame. Il miglior elaborato verrà proposto per la pubblicazione alla Redazione dei Sapienza Legal Papers. Quaderni degli alunni della Facoltà di Giurisprudenza. Su questi indirizzi metodologici è raccomandata, per i frequentanti il corso, la lettura di A. DI PORTO, Da Scialoja a Irti: la didattica del diritto romano (e non solo) nell’età della giurisdizione. Spunti per una riflessione, in BIDR 116 (2022), pp. 1 ss.
  • Codice insegnamento1022648
  • Anno accademico2025/2026
  • CorsoGiurisprudenza
  • CurriculumCurriculum unico
  • Anno5º anno
  • Semestre2º semestre
  • SSDIUS/18
  • CFU9