Per saperne di più : GLI AMBITI DISCIPLINARI

L’offerta formativa del corso di laurea in Scienze dell'Architettura prevede, nei tre anni, il raggiungimento di livelli progressivi di conoscenza, acquisizione di metodi e sperimentazioni articolati secondo i contenuti disciplinari delle tre tipologie di attività formative previste per la Classe L17.

Il profilo degli studi prevede infatti un'integrazione fra discipline progettuali, discipline umanistiche e discipline tecnico-scientifiche.

Le attività formative di base comprendono una conoscenza adeguata dell'analisi matematica, della geometria descrittiva, della storia dell'architettura, dei principi del restauro, della progettazione architettonica e sono connotate, nello specifico, da discipline riguardanti il disegno, la tecnologia dell'architettura antica e moderna.

Le discipline caratterizzanti sono incentrate sulla capacità di lettura e interpretazione dei problemi attinenti all'architettura, al paesaggio, all'urbanistica e al restauro, con uno sviluppo che si snoda nel corso dei tre anni.

Un'adeguata preparazione è prevista, in specie, nelle discipline della tecnologia dell'architettura, della scienza e tecnica delle costruzioni, della fisica tecnica, del rilievo, dell'analisi dei caratteri tipologici e costruttivi dei tessuti e degli edifici storici e della gestione degli interventi di riqualificazione e di recupero edilizio, paesaggistico ed urbano.

Le discipline affini o integrative mirano all'acquisizione di conoscenze applicative nella lettura del paesaggio urbano, nell'architettura degli interni, nelle materie giuridiche, con cenni anche ai beni culturali, per garantire una pluralità di settori d'apprendimento sui temi della progettazione, della costruzione, della riqualificazione e del recupero alla scala della città e del territorio.

L’iter di studi, finalizzati soprattutto all'accesso alle lauree magistrali, offre allo studente anche la possibilità di raggiungere una specializzazione applicativa immediatamente utilizzabile ai fini dell’inserimento nel mercato del lavoro e di accedere all'esame di Stato per l'iscrizione all'Ordine Professionale - iunior.

 

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I Laboratori di progettazione architettonica svolgono due importanti ruoli coordinati tra loro. Il primo è quello di formare un progettista che possieda gli strumenti fondamentali per concepire, disegnare e sviluppare in termini costruttivi un progetto alle diverse scale, da quella edilizia a quella urbana. Questo compito prevede anche l’impiego di strumenti propri di altre discipline,
dal disegno, alla statica, alla storia, alla tecnologia, all’economia senza i quali ogni progetto di architettura non ha fondamento.
Per questo motivo il secondo ruolo delle discipline di progettazione architettonica è quello di educare progressivamente lo studente alla sintesi, a risolvere il molteplice dei diversi problemi particolari nell’unità di una sola soluzione. Soluzione che, a rendere più complesso il processo di apprendimento, deve anche comunicare i propri contenuti e le proprie scelte, si deve cioè esprimere attraverso un linguaggio, tenendo conto del ruolo civile che ha l’architettura, unica arte “imposta” all’intorno cui si rivolge. I metodi progettuali e didattici sono, in questo senso, inevitabilmente legati alle convinzioni e alla personalità dei docenti: lo studente architetto deve sapere quindi che si troverà di fronte a una pluralità
di orientamenti, ma anche che questa pluralità è insita nella stessa condizione contemporanea, che rappresenta una ricchezza e un indispensabile strumento di apprendimento.
Gli insegnamenti verranno impartiti attraverso tre laboratori organizzati in modo che al primo anno lo studente si avvicini al progetto in modo diretto (educazione), al secondo anno acquisisca un metodo strutturato (formazione), al terzo riunisca nel progetto intuizione, lettura dell’esistente e riflessione critica (sintesi).

La storia dell’architettura comprende nel suo insieme sia la storia degli edifici che la storia del loro contesto, quali la città, il paesaggio e le trasformazioni che essi hanno subito nelle loro reciproche relazioni. I tre corsi che si succedono nei tre anni (Storia dell’architettura contemporanea, Storia dell’architettura antica e medievale, Storia dell’architettura moderna) si propongono come corsi istituzionali e intendono illustrare allo studente l’intero arco storico che va dall’arcaismo greco all’architettura del Novecento, selezionando al suo interno gli episodi più significativi. I docenti affronteranno l’esame filologico e critico della materia allo scopo di rendere consapevoli gli studenti della ricchezza delle soluzioni architettoniche succedutesi nel tempo e i metodi di analisi che possono fare emergere le soluzioni formali e distributive, costruttive e tecniche, i significati, le relazioni con la società, il pensiero e gli avvenimenti.
La collocazione della Storia dell’architettura contemporanea al primo anno permetterà più facilmente allo studente di mettere in relazione l’applicazione dei metodi di analisi storica alla nascita dell’architettura contemporanea con le interpretazioni, a loro volta critiche, che i corsi progettuali ne offrono in via propedeutica. Al contempo, i corsi di storia dell’architettura porranno nel loro insieme una solida base di conoscenze sull’architettura, la città e il paesaggio al quale l’architettura si lega, sulle quali fondare anche il procedere dei corsi di conservazione e restauro e i corsi di progettazione del paesaggio e ambientale.


 

Il disegno è lo strumento con il quale l’architetto compone e comunica il progetto. Non si tratta, tuttavia, del disegno esperto ma intuitivo di un artista, perché l’architetto non cura soltanto l’estetica di un edificio, deve anche controllarne la forma, la misura e le caratteristiche tecniche, oltre a molte altre qualità.
Il controllo metrico e formale, in particolare, viene esercitato con l’ausilio della geometria e, in particolare, per mezzo di quella parte della geometria che è detta descrittiva, che insegna a costruire modelli grafici delle forme a tre dimensioni e consente di studiarne le proprietà in forma analogica, cioè visiva. Per realizzare gli elaborati di progetto l’architetto si serve, in primo luogo, della propria abilità nel disegno a mano libera, ma deve poi anche tradurre le forme ideate in grafici accurati, che si tracciano con riga, compasso e altri ausili tecnici. Tra questi ausili si è inserito, a partire dalla fine degli anni Ottanta, il computer, che oggi è largamente usato e che permette non solo la realizzazione di disegni bidimensionali, ma anche di modelli a tre dimensioni. Molte delle ardite realizzazioni architettoniche degli ultimi anni non sarebbero state possibili senza questo strumento. Si deve perciò concludere che l’insegnamento del disegno, in una facoltà di architettura, deve oggi comprendere: il disegno a mano libera, che resta il più efficace e veloce mezzo di registrazione di un’idea, la geometria descrittiva che comprende anche i metodi di rappresentazione informatica, e infine il disegno tecnico, anche digitale. Queste discipline concorrono tutte a formare, nello studente architetto, quella capacità di immaginare lo spazio che è indispensabile a chi voglia progettare, ovvero prefigurare, una forma solida complessa, sia essa un edificio come una parte di città.

L’obiettivo principale delle discipline scientifiche e tecniche è duplice. Da un lato l’acquisizione degli strumenti matematici e fisici (meccanici) necessari per comprendere il linguaggio dell’analisi e la progettazione strutturale; dall’altro quello di favorire l'attitudine al ragionamento astratto, il quale svolge un ruolo determinante in ogni processo compositivo. L’invenzione creativa scaturisce spesso dalla posizione di vincoli e dal loro ‘logico’ superamento ed è favorita dalla possibilità di disporre di un bagaglio di conoscenze in diversi ambiti. Gli ambiti di studio riguarderanno in prima istanza la Geometria, l’Algebra lineare, l’Analisi matematica (calcolo differenziale) e successivamente la Cinematica e la Statica dei sistemi di corpi rigidi e deformabili (le strutture delle costruzioni), con l’obiettivo di conoscere le leggi che ne regolano il comportamento meccanico: compatibilità cinematica, equilibrio, comportamento costitutivo. Alla fine si dovrà maturare una conoscenza tale da garantire il riconoscimento intuitivo delle varie forme e funzioni strutturali; effettuare elementari verifiche di resistenza di strutture esistenti; progettare semplici schemi strutturali; preparare i dati per elaborazioni automatiche e acquisire capacità per interpretarne i risultati. Particolare spazio sarà dedicato allo studio delle strutture resistenti per forma, che trovano fondamento teorico negli studi dell’equilibrio di funi e membrane elastiche, e più in generale all’ottimizzazione strutturale, utilizzata anche in molta architettura contemporanea. Gli strumenti dell’Analisi matematica e della Meccanica strutturale trovano infatti oggi diffusa applicazione nelle possibilità offerte dallo sviluppo di software dedicato. I potenti mezzi che strutturisti e progettisti hanno a disposizione richiedono però la massima cautela e attenzione. La tecnica, che oggi è anche la strumentazione matematico-numerica offerta dal software, deve essere utilizzata con cognizione di causa per evitare dicotomie tra architetture rappresentate e conformate. 

Principale obiettivo delle discipline urbanistiche è di far comprendere agli studenti che il territorio, sia esso città o campagna, quando è oggetto di trasformazioni, subisce cambiamenti che possono essere irreversibili e incompatibili con i suoi caratteri fisici, ambientali, socioeconomici, ecologici, storici e paesaggistici.
Ogni territorio ha una sua propria specifica identità e si trasforma fisicamente; è un palinsesto che si è formato nel tempo per successive stratificazioni. Pertanto, è fondamentale che gli studenti capiscano che qualsiasi scelta o azione di trasformazione/pianificazione deve essere preceduta da un attento, cosciente e mirato studio delle sue diverse componenti per valutare “con scienza e coscienza” la sostenibilità e gli eventuali rischi delle trasformazioni, come già aveva ricordato Giovanni Astengo, il fondatore dell’urbanistica moderna italiana: “…non è scientificamente concepibile un piano senza una specifica conoscenza puntuale della realtà su cui si intende operare e, viceversa, una conoscenza anche se diligente e diffusa dello stato di partenza diventa fardello inutile se non finalizzata agli obiettivi e alla invenzione delle soluzioni di un piano che, ai problemi generali e specifici emergenti dall’analisi, offra adeguata e verificata risposta. Invero un piano può pretendere di essere tecnicamente valido e efficace solo se è dimostrabile la compatibilità delle sue scelte, non solo con lo stato di fatto, ma anche con le risorse disponibili o ragionevolmente e realisticamente ipotizzabili per la comunità al cui servizio intende operare; risorse di cui, anzi, dovrebbe garantire la migliore utilizzazione in rapporto agli obiettivi”. (Oikos, Bologna, 29.2.1982)

La Tecnologia dell’Architettura fornisce le conoscenze e le competenze indispensabili per la realizzabilità del manufatto edilizio, affinché si verifichi una coerente continuità operativa tra il momento delle scelte decisionali proprie della “progettazione” ed il momento della “realizzazione tecnica” dell’organismo edilizio. La difficoltà di disporre e gestire informazioni complete sulle tecnologie che continuamente sono immesse sul mercato, la difficoltà di conoscere a fondo le condizioni che vincolano e determinano il modo di realizzazione delle opere, spesso ostacolano una visione sistemica delle relazioni che intercorrono tra materiali e tecnologie costruttive. Alla luce di tali presupposti, i corsi di Tecnologia si concentrano sull’ apprendimento teorico dei materiali, degli elementi, e delle tecnologie costruttive dell’architettura, sulla conoscenza degli strumenti di riconoscimento, classificazione e gestione di tali elementi e delle principali caratteristiche qualitative, dimensionali, di assemblaggio e di compatibilità di materiali e componenti, tendendo a concentrare l’attenzione sulle tematiche atte a garantire la formazione di una cultura tecnologica, orientata verso la capacità di lettura, controllo e gestione della strumentazione guida delle scelte progettuali di carattere tecnologico, e a fornire i primi strumenti necessari per un corretto approccio all’interno dell’iter decisionale, che parte dalla comprensione.

Ogni edificio, oltre alla forma svolge una funzione. Nel corso di Fisica tecnica ambientale sono affrontati i principi fisici che consentono di comprendere e progettare tali funzioni. Gli ambienti definiti da un involucro edilizio hanno un microclima il cui controllo comporta un impegno energetico, la cui riduzione è un paradigma per i nuovi edifici. Dal 2021 tutti i nuovi edifici (nell'UE) dovranno avere un fabbisogno energetico quasi nullo (NZEB). Ciò è possibile solo affrontando la questione energetica dalle prime fasi progettuali. Nel corso sono fornite gli elementi di trasmissione del calore e termodinamica applicata necessari alla comprensione dei fenomeni e per la progettazione energetica dell'involucro edilizio. A corollario sono illustrate le condizioni per il benessere termoigrometrico del corpo umano, obiettivo del controllo climatico, nonché alcuni elementi di progettazione bioclimatica. Nel corso sono presentati elementi di illuminotecnica e colorimetria necessari a progettare gli impianti di illuminazione artificiale e per il controllo dell'illuminazione naturale.Il corso si completa con elementi di acustica, rumore e climatizzazione acustica degli ambienti. 

Le discipline del restauro architettonico sono volte a conferire una preparazione di base per affrontare con consapevolezza il progetto di restauro dei monumenti. Connesse con gli insegnamenti delle altre discipline, esse hanno lo scopo di educare lo studente all’analisi, diretta e indiretta, della realtà dell’architettura e all’interpretazione dei dati desunti da tale analisi, al fine di giungere a una comprensione, il più possibile approfondita, dell’opera in vista della sua conservazione.
Alla base della formazione finalizzata allo studio e all’intervento sulle preesistenze si pone l’acquisizione di una metodologia analitica capace di desumere dati utili per lo svolgimento di indagini sugli aspetti costruttivi delle fabbriche storiche; tutto ciò connettendosi alle componenti espressive del linguaggio architettonico e guardando ad aspetti specifici come le strutture, la ricerca metrologica, proporzionale e quella dei tracciati geometrici ordinatori.
L’insegnamento sarà articolato in una parte dedicata, come accennato, a diversi orientamenti di metodo emersi nel corso del tempo, in una parte incentrata su aspetti di metodo e di analisi, diretta e indiretta, e in una parte applicativa con analisi, interpretazione e proposte preliminari di lettura del degrado, di intervento conservativo e di restauro di un’opera architettonica.


I contenuti scientifico-disciplinari dell’Estimo attengono gli aspetti economici necessari a identificare, progettare, valutare, pianificare, realizzare, gestire ed eventualmente alienare un opera mediante scelte economiche, sia di valore sia di convenienza, che permettono di sviluppare un progetto di trasformazione urbana sostenibile sia finanziariamente che nelle diverse fasi del suo ciclo di vita; ovvero a trasformare un determinato immobile, sia pubblico che privato, in uno ad utilità maggiore al fine di conseguire il più conveniente e migliore uso (Highest and best use).

Lo studente potrà apprendere i presupposti teorici e le metodologie appropriate (i) ai fini della stima dei costi di costruzione e produzione edilizia, (ii) per l’analisi dei prezzi, delle fasi del ciclo immobiliare e dei saggi di rendimento, (iii) per la stima del valore degli immobili sulla base di metodiche in uso a livello nazionale ed internazionale, nonché per la valutazione (iv) del «progetto di fattibilità tecnica ed economica» e dell’«equilibrio economico e finanziario» – espressamente prevista dal Codice dei contratti pubblici di cui al Decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50 – al fine della formulazione di giudizi di convenienza economica in ambito civile, industriale ed ambientale e nella valorizzazione dei beni storico-architettonici e del paesaggio.