Obiettivi formativi In linea con gli obiettivi del CdS, l’insegnamento mira ad analizzare le radici, segnatamente romanistiche,
del sistema di protezione giuridica dei beni culturali.
Nonostante i concetti di “patrimonio culturale” o “bene culturale” siano estranei all’esperienza giuridica
romana, nel diritto romano, e nella elaborazione giurisprudenziale sviluppatasi per millenni, si rinvengono le
basi di quella coscienza collettiva, sociale e, finalmente, giuridica, in virtù della quale la comunità riserva
speciale protezione a elementi identitari, culturali e/o estetici.
Nel corso delle lezioni, studentesse e studenti acquisiranno le nozioni fondamentali dei principali istituti
afferenti a tale elaborazione, quali quella di res publicae (in usu publico), res communes omnium, actiones
populares e interdicta popularia, verificando altresì come alcuni punti fermi della stessa permangano anche
nelle riflessioni contemporanee relative alla gestione del patrimonio pubblico, in particolare culturale.
Similmente, nell’ambito dell’insegnamento sarà possibile analizzare gli interventi normativi delle istituzioni
repubblicane ed imperiali volti a salvaguardare il decoro urbano, l’ambiente naturale, il contesto agrario;
interventi che, oltre a rivelarsi talvolta ancora attuali nei principi informatori, nascondono un prezioso sforzo
di bilanciamento tra gli interessi dei singoli e quelli della collettività. Accanto ad essi, la nascita di figure
deputate alla salvaguardia dell’estetica, dell’ornato, della funzionalità e della salubrità dei luoghi cittadini e
non, consentirà di far luce sui compiti ad esse affidati, e sull’evoluzione degli strumenti di cura e tutela dei
beni rilevanti per la comunità.
Grazie alle conoscenze acquisite nel corso delle lezioni, gli/le studenti/esse saranno in grado di cogliere i
punti fondamentali dell’evoluzione del sistema di protezione accordato al settore della cultura – che a partire
dall’esperienza romana si proietterà con nuovi slanci nel medioevo e nell’età moderna, per acquisire infine la
forma attuale – comprendendone a pieno la razionalità e la ragionevolezza, nonché i principi informatori.
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Obiettivi formativi In linea con gli obiettivi del CdS, l’insegnamento mira a sviluppare, negli/lle studenti/esse, un’acuta visione
multidisciplinare del settore dei beni culturali, attraverso l’analisi di nuove prospettive di ricerca e
valorizzazione dell’antico mediante l’adozione di modelli interpretativi che hanno a fondamento il diritto
romano.
Nel corso delle lezioni, studentesse e studenti potranno verificare come la connessione tra le nozioni del
diritto romano e il grande patrimonio archeologico antico costituisca fonte di nuovi interessanti dati sulle
civiltà passate e sulla loro storia, e consenta di elaborare nuovi modelli di valorizzazione in grado di
impattare, tanto culturalmente, quanto economicamente, sulla società contemporanea.
Lo studio del diritto romano si rivelerà fondamentale per conoscere la funzione, ed il reale valore sociale, di
antichi res e loca, il cui studio è spesso limitato a nozioni di tipo storico o estetico; con tale consapevolezza
critica, gli/le studenti/esse acquisiranno le capacità necessarie a sviluppare progetti dalla declinazione
multidisciplinare, che tengano conto della sempre crescente e variegata domanda di informazioni posta dal
grande pubblico dei siti archeologici.
Nel corso delle lezioni, studentesse e studenti potranno inoltre entrare nel merito di progetti già in corso, che
hanno quale minimo comun denominatore proprio il connubio tra diritto romano e patrimonio culturale:
Sapienza Università di Roma è infatti impegnata, assieme a diversi Enti culturali quali il Parco Archeologico
del Colosseo, nella realizzazione di numerosi progetti nei quali il Diritto Romano contribuisce ad arricchire il
patrimonio di conoscenze divulgate al grande pubblico, completando con una componente giudica l’offerta
culturale di matrice archeologica, artistica, architettonica e letteraria.
Nell’ambito delle iniziative di cui sopra, si inserisce altresì la prima Edizione Nazionale conseguita da
Sapienza, ammessa a finanziamento dal MIC nel 2023, che editerà traduzione e commento dei testi dei
Gromatici Veteres; attraverso lo studio analitico del patrimonio di informazioni tradito dagli agrimensori,
sarà possibile realizzare nuovi modelli di valorizzazione del paesaggio, in particolare di quello agrario.
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