Programma
Il corso intende offrire una panoramica approfondita sul fenomeno del tofet, peculiare forma di area sacra presente in diversi insediamenti fenicio-punici del Mediterraneo, analizzandone l’origine, l’evoluzione, le caratteristiche archeologiche e le implicazioni religiose e culturali.
Attraverso l’esame integrato delle fonti archeologiche, epigrafiche e storico-letterarie, verranno esplorati i tofet di siti chiave come Cartagine, Mozia e Sant'Antioco, per ricostruire le pratiche rituali, le credenze religiose e le dinamiche sociali correlate.
Il corso, dunque, si propone di affrontare il controverso dibattito relativo al significato e alla funzione del tofet alla luce delle più recenti scoperte e interpretazioni.
Attraverso un approccio critico e comparativo, si cercherà di mettere a fuoco il tofet come elemento identitario del mondo fenicio-punico, in grado di riflettere le modalità di interazione con le popolazioni locali, le influenze culturali ricevute e le strategie di affermazione religiosa e politica nel contesto del Mediterraneo occidentale
Prerequisiti
Si ritiene importante il possesso di conoscenze di base relative alla geografia, storia e archeologia del Mediterraneo e delle conoscenze di base dell’Archeologia Fenicio-Punica; indispensabile la conoscenza dell’inglese e del francese.
Testi di riferimento
M.G. Amadasi Guzzo, Il tofet. Osservazioni di un’epigrafista, in Sepolti tra i vivi 2009, p. 347-362.
P. Bartoloni, Appunti sul tofet, in V. Nizzo e E. La Rocca (a cura di), Antropologia e archeologia a confronto: rappresentazioni e pratiche del sacro. Atti dell’incontro internazionale di studi (Roma, 20-21 maggio 2011), Roma, 2012, p. 215-221.
P. Bartoloni, Recenti indagini sul tofet, in Cartagine. Studi e ricerche, 1, 2016.
P. Bernardini, Leggere il tofet: sacrifici e sepolture. Una riflessione sulle fasi iniziali del tofet, in P. Donati Giacomini e M. L. Uberti (a cura di), Fra Cartagine e Roma. Seminario di studi italo-tunisino (Bologna, 23 febbraio 2001), Faenza, 2002 (Epigrafia e antichità, 18), p. 15-27.
A. Campus, Il tofet tra mito e rito, in Rationes rerum: rivista di filologia e storia, 2, 2013, p. 167-194.
A. Ciasca, Mozia: sguardo d’insieme sul tofet, in Vicino Oriente, 8, 1992, p. 113-155.
A. Ciasca, Archeologia del tofet, in Molk 2002, p. 121-140.
B. D’Andrea, I tofet del Nord Africa dall’età arcaica all’età romana (VIII sec. a.C.-II sec. d.C.), Pisa-Roma, 2014 (Collezione di studi fenici, 45).
B. D’Andrea, Il processo di trasformazione delle pratiche rituali del tofet in Nord Africa dopo la conquista romana: evidenze archeologiche ed epigrafiche, in M. J. Álvarez, J. M. Nogales, I. Rodà (a cura di), Centro y periferia en el mundo clásico. Actas del XVIII congreso internacional de arqueología clásica, Merida, 2014, p. 495-500.
B. D'Andrea, Bambini nel limbo. Dati e proposte interpretative sui tofet fenici e punici, 2022.
D’Andrea 2017b = B. D’Andrea, I tofet e i santuari di Saturno nell’Africa di età romana, in Karthago, 30, 2017.
B. D’Andrea e S. Giardino, Il tofet dove e perché. L’identità fenicia, il circolo di Cartagine e la fase tardo punica, in Bollettino di archeologia on-line, 4.1, 2013, p. 1-29.
G. Garbati, Al di là. Gli uomini, gli dèi, la morte in contesto fenicio, 2022.
Kallala – Ribichini 2016 = N. Kallala e S. Ribichini, Il santuario-tofet di Baal Hammon-Saturno ad Althiburos, Tunisia, in A. Caravale (a cura di), Scavare, documentare, conservare. Viaggio nella ricerca archeologica del CNR, Roma, 2016, p. 46- 51.
S. Moscati, Il sacrificio punico dei fanciulli: realtà o invenzione?, 1987.
L. Nigro, Mozia: il tofet e la città. Il limite meridionale del santuario e le strutture collegate negli scavi della Sapienza 2010-2011, in Scienze dell’antichità, 19.1, 2013, p. 37-53.
A. Orsingher, La ceramica degli scavi di Antonia Ciasca al tofet di Mozia (1964-1973), tesi di dottorato, Università degli studi di Roma «La Sapienza», 2013.
S. Ribichini, Il sacrificio di fanciulli nel mondo punico. Testimonianze e problemi, 1991.
S. Ribichini, La questione del «tofet» punico, in S. Verger (a cura di), Rites et espaces en pays celte et méditerranéen: étude comparée à partir du sanctuaire d’Acy-Romance (Ardennes, France), Parigi-Roma, 2000 (Collection de l’École française de Rome, 276), p. 293-304.
S. Ribichini, Il sacello nel tofet, in M. G. Amadasi Guzzo, M. Liverani, P. Matthiae (a cura di), Da Pyrgi a Mozia. Studi sull’archeologia del Mediterraneo in memoria di Antonia Ciasca, Roma, 2002, p. 425-429.
P. Xella, Il tofet. Un’interpretazione generale, in S. Angiolillo, M. Giuman, C. Pilo (a cura di), Meixis. Dinamiche di stratificazione culturale nella periferia greca e romana. Atti del convegno internazionale di studi: il sacro e il profano (Cagliari, Cittadella dei Musei, 5-7 maggio 2011), Roma, 2012, p. 1-17.
Frequenza
La frequenza è obbligatoria per conseguire gli obiettivi formativi preposti.
Modalità di esame
La valutazione finale del corso si baserà su:
1. Partecipazione attiva a seminari tematici: nel corso del semestre saranno organizzati seminari intermedi dedicati all’approfondimento di specifici casi di studio o questioni interpretative. La partecipazione a questi incontri – anche tramite brevi presentazioni o discussioni guidate – contribuirà alla valutazione continua delle conoscenze acquisite e alla verifica dell’effettiva partecipazione al percorso formativo.
2. Prova orale finale: un colloquio volto a verificare la comprensione critica degli argomenti trattati durante il corso, la capacità di analisi delle fonti e dei contesti archeologici, nonché l'autonomia di giudizio nell’elaborazione dei principali temi affrontati.
La valutazione complessiva terrà conto sia della prova finale (in termini di chiarezza espositiva, padronanza dei contenuti e capacità di sintesi) durante la quale verranno proposti quesiti sui temi affrontati durante le lezioni e trattati nella bibliografia di riferimento, sia dell’impegno e della qualità del contributo nei momenti seminariali.
La frequenza alle lezioni e ai seminari, la partecipazione attiva in classe, la conoscenza della bibliografia indicata sono elementi fondamentali per il superamento della prova, sono invece elementi utili capacità di ragionamento e studio autonomo.
Per superare l’esame occorre conseguire un voto non inferiore a 18/30. Lo studente deve dimostrare di esprimersi con un linguaggio appropriato, di aver acquisito una conoscenza sufficiente degli argomenti di base esposti durante le lezioni e di essere in grado di orientarsi negli aspetti di base della disciplina.
Per conseguire un punteggio pari a 30/30 e lode, lo studente deve invece dimostrare di aver acquisito una conoscenza eccellente di tutti gli argomenti trattati durante il corso, essendo in grado di raccordarli in modo logico e coerente, nonché capacità di ragionamento e studio autonomo.
Modalità di erogazione
Le lezioni sono frontali in lingua italiana, con il sussidio in aula di presentazioni ppt, rapporti di scavo, reperti archeologici. La frequenza è obbligatoria.