GENETICA DELLA CONSERVAZIONE

Obiettivi formativi

Obiettivi generali Lo studente al termine del corso avrà acquisito una conoscenza approfondita della diversità genetica. Il corso si pone come obiettivo prioritario di far comprendere come conservare la diversità genetica esistente nelle popolazioni allo stato selvatico, al fine di preservare le interazioni biologiche, i processi e le funzioni ecologiche. Lo Studente potrà approfondire le basi teoriche e conoscere i modelli matematici che sono alla base del cambiamento evolutivo e di come questi modelli possono essere utilizzati per attuare programmi finalizzati alla conservazione della biodiversità. Obiettivi specifici Conoscenza e comprensione Lo studente acquisirà la conoscenza e la comprensione della diversità genetica, dell’evoluzione a livello molecolare, delle dinamiche di popolazioni, su come mantenere la diversità genetica nelle popolazioni naturali e delle principali metodologie informatiche nelle analisi genomiche. Capacità di applicare conoscenza e comprensione Lo Studente imparerà ad usare la terminologia specifica, identificare le giuste procedure per risolvere i problemi di conservazione, formalizzare ipotesi sull’evoluzione delle popolazioni naturali, costruire e interpretare mappe genetiche e alberi filogenetici e gestire programmi e browser usati per l’immagazzinamento, la gestione e la visualizzazione di una grande quantità di dati genomici (big data). Autonomia di giudizio Attraverso esercitazioni teoriche, lo studente acquisirà una capacità di un giudizio critico sulle problematiche della Genetica della conservazione. Attraverso lo studio dell’evoluzione e l’applicazione delle leggi di Mendel ad intere popolazioni, lo studente imparerà a porsi domande su come conservale la diversità a livello molecolare. Abilità comunicative Attraverso l’interazione con i colleghi, gli studenti impareranno a comunicare con terminologia appropriata i concetti genetici acquisiti durante il corso. Capacità di apprendimento Lo studente imparerà a fare previsioni riguardo il cambiamento evolutivo nelle popolazioni naturali e ad agire su di esse per poter conservare la loro diversità genetica.

Canale 1
BENIAMINO TROMBETTA Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
Struttura genetica delle popolazioni naturali: Concetto di popolazione naturale. Cenni di demografia e modelli di crescita di popolazioni. Il pool genico e la diversità genetica. Frequenze alleliche e frequenze genotipiche. Misura della diversità genetica a diversi livelli di risoluzione. Il genoma nucleare e quello extranucleare. Sistemi genetici ad eredità uni-parentale e bi-parentale. Modelli di evoluzione delle frequenze alleliche: accoppiamento casuale ed equilibrio di Hardy-Weinberg (H-W). Il raggiungimento dell’equilibrio per alleli associati all’X. Uso del modello di H-W per stimare le frequenze alleliche. Valutazione dell’equilibrio di H-W mediante il test del chi quadrato. Modello di evoluzione per loci polimorfici associati (linkage disequilibrium). Variazioni stocastiche delle frequenze alleliche: Il modello della deriva genetica, effetto del numero di individui sulle frequenze alleliche. Perdita di diversità allelica, effetto del fondatore. Modello del collo di bottiglia. Diverso numero di maschi e femmine. Concetto di numero efficace della popolazione. Probabilità di fissazione di un allele mutante. Teoria della coalescenza. Accoppiamento tra individui imparentati: il modello dell’inincrocio di Wright, diminuzione di eterozigosità. Depressione da inincrocio e sue conseguenze sulla conservazione di una specie. Concetto di autozigosità e allozigosità, misura del coefficiente di inincrocio in popolazioni naturali e non. Uso dell’inincrocio per la programmazione del livello di eterozigosità di una popolazione. Stima genomica dell’autozigosità tramite runs of homozygosity (ROH). Strategie di mantenimento dell’eterozigosità e della genetic health. Alberi genealogici: analisi di eredità dei caratteri mendeliani semplici per la loro conservazione in cattività. Dai pedigree tradizionali alle ricostruzioni genomiche di parentela. Uso di marcatori molecolari per la gestione riproduttiva e la conservazione di linee genetiche. Selezione naturale: Unità di azione della selezione. Concetto qualitativo e quantitativo di fitness. Modelli classici di selezione ad un singolo locus biallelico. Modello della selezione dipendente dalla frequenza. Teorema fondamentale della selezione naturale. Unità di selezione e concetto di fitness genomica. Rilevamento di regioni soggette a selezione mediante test molecolari, GWAS adattativi e scansioni di selezione (iHS, XP-EHH). Teoria neutrale e selezione bilanciante su scala genomica. Analisi funzionali e annotazione di varianti associate all’adattamento. Suddivisione di una popolazione: flusso genico tra popolazioni, modello del continente-isola e modello dell’arcipelago. Il principio di Wahlund. Distanze genetiche tra popolazioni naturali. La statistica F di Wright. Geni citoplasmatici e associati al sesso. Suddivisione della popolazione e conservazione. Ibridazione e concetto di introgressione genetica. Modello continente isola e concetto di metapopolazione. La variabilità genetica: Il modello della mutazione unidirezionale e bidirezionale, il concetto di mutazione neutrale, il modello degli alleli infiniti. Modelli di mutazione e di diversità genomica: mutazioni neutre, selettive e strutturali. Effetti di mutazioni deleterie e carico mutazionale (mutation load). Differenziazione genomica tra popolazioni naturali e allevate. Modelli di interazione tra le principali forze evolutive: Equilibrio selezione-mutazione, selezione-migrazione, selezione-deriva genetica, selezione-deriva-migrazione. Equilibri dinamici in scenari complessi. Modelli di shifting balance in ambienti frammentati e sotto pressione antropica. Aspetti molecolari: Architettura e annotazione dei genomi. Tecniche di sequenziamento genomico e re-sequencing. Marcatori genomici e metodi bioinformatici per la genomica della conservazione. Analisi multi-omiche (genomica, epigenomica, trascrittomica) e il loro ruolo nella resilienza delle popolazioni. Flusso genico e struttura genomica. Statistiche di F di Wright e loro estensioni genomiche (Fst, Dxy, IBD). Analisi di PCA, ADMIXTURE, e fineSTRUCTURE per inferire migrazione, isolamento e introgressione. Implicazioni per la gestione e la conservazione. Conservazione: Obiettivi della genomica della conservazione: cosa e come conservare. La “sesta estinzione” e le sfide genomiche della biodiversità. Categorie IUCN e dati genomici per la valutazione del rischio di estinzione. Approcci eDNA per il monitoraggio delle specie. Etica e gestione dei dati genomici. L’unità di gestione nella conservazione: Risoluzione delle ambiguità tassonomiche con dati genomici. Species delimitation, filogenomica e identificazione delle Evolutionarily Significant Units (ESU). Analisi di introgressione, ibridazione e speciazione mediante genomi di riferimento e metodi filogenetici moderni (ABBA-BABA test). Gestione del patrimonio genomico di popolazioni in natura e in cattività. Poliploidia (autopoliploidia, allopoliploidia e aplo-diploidia). Utilizzo delle analisi genetiche per definire la specie. Modificare la biodiversità: Fuga di transgeni, domesticazione e ibridazione introgressiva. Specie invasive e loro evoluzione genomica. Uso di modelli genomici per la gestione e la reintroduzione. Rischi e opportunità delle biotecnologie.
Prerequisiti
L’insegnamento di Genetica della conservazione richiede conoscenze di: genetica (come da esame di una laurea triennale) elementi di calcolo delle probabilità e di algebra conoscenze base di chimica
Testi di riferimento
Fondamenti di Genetica della Conservazione di R. Frankham, J.D. Ballou, D.A. Briscoe, Zanichelli Elementi di genetica ecologica di J.K. Conner e D.L. Hartl, Piccin Hartl & Clark, Principles of Population Genetics (Zanichelli) APPUNTI INVIATI DAL DOCENTE
Frequenza
La frequenza è consigliata, ma non obbligatoria.
Modalità di esame
La prova d’esame ha l’obiettivo di verificare il livello di conoscenza ed approfondimento degli argomenti del programma dell’insegnamento La valutazione è espressa in trentesimi (voto minimo 18/30, voto massimo 30/30 con lode).
Modalità di erogazione
Il corso è strutturato in lezioni teoriche frontali di 48 ore complessive (6 CFU). Le lezioni si svolgono due volte a settimana in aula e l’esposizione avviene mediante il supporto della lavagna.
  • Codice insegnamento10589150
  • Anno accademico2025/2026
  • CorsoEcobiologia
  • CurriculumBiologia degli ecosistemi e della conservazione
  • Anno1º anno
  • Semestre2º semestre
  • SSDBIO/18
  • CFU6