POLITICHE SOCIALI PER LA COOPERAZIONE

Obiettivi formativi

L'insegnamento presenterà e analizzerà i modelli teorici e gli strumenti analitici necessari per conoscere i concetti di base e avanzati delle politiche sociali e delle politiche di cooperazione allo sviluppo e internazionali. Obiettivi specifici Approfondimenti specifici riguarderanno evoluzione, dinamiche e processi delle politiche sociali in riferimento alle loro applicazioni nelle politiche di cooperazione. Ai fini dell’analisi delle politiche sociali negli obiettivi delle politiche di cooperazione saranno forniti strumenti cognitivi multidisciplinari (sociologici, economici, storici, giuridici, politici, statistici etc.) per consentire lo sviluppo di specifiche abilità degli studenti nella loro applicazione. Il primo e principale obiettivo dell’insegnamento (Descrittore di Dublino 1) è quello di preparare le/i discenti in ruoli attivi e di responsabilità nel campo della cooperazione e della pianificazione sociale ad essa connessa, dando loro modo di acquisire conoscenze di base e avanzate e competenze strategiche per operare in contesti internazionali approfondendo le tematiche delle policies di protezione sociale quando in rapporto con quelle della cooperazione. Particolare attenzione, per il raggiungimento del secondo obiettivo (Descrittore di Dublino 2), sarà offerta alla capacità di applicazione in ambiti sociali e culturali diversi degli obiettivi delle politiche sociali in progetti e disposizioni per la cooperazione con l’apprendimento di concetti e metodi di analisi della diversità culturale. Al termine del corso studentesse e studenti avranno acquisito i risultati posti dai seguenti obiettivi: - per la realizzazione del terzo obiettivo (Descrittore di Dublino 3) l’articolazione di prove di verifica scritte, pratiche e orali consentirà di verificare sia la conoscenza teorica e metodologica che la capacità di applicazione in contesti differenziati fra loro quale strategia essenziale in ruoli decisionali e per la progettazione nell’ambito delle politiche sociali per la cooperazione. - Da rilevare anche la funzionalità delle prove pratiche e orali in classe e a favore delle colleghe e dei colleghi per verificare la capacità dello studente a comunicare quanto appreso secondo il quarto obiettivo da raggiungere (Descrittore di Dublino 4). - Per il quinto e ultimo obiettivo (Descrittore di Dublino 5), l’offerta di un ampio ventaglio di fonti documentali e la conoscenza di metodologie di analisi e applicative consente allo studente di condurre approfondimenti e aggiornamenti dei suoi studi anche in modo autonomo a conclusione del percorso formativo.

Canale 1
LUCA ALTERI Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
L’analisi della cooperazione internazionale non può prescindere dallo studio delle dinamiche che portano attori statali, sovranazionali e player socio-economici a interagire tra loro. Nello specifico, verranno illustrate l’origine e la dinamica del sistema di disuguaglianze sviluppato a livello globale, della divisione internazionale del lavoro che ne è alla base, infine della risposta articolata a livello sia delle istituzioni, sia della società civile. Una risposta – è bene precisare – caratterizzata spesso da fallimento. Dietro un concetto all’apparenza placidamente intuibile si situano una serie di presupposti che meritano di essere analizzati: la diade tra sviluppo e sottosviluppo, ad esempio; i rapporti tra i Nord e i Sud del mondo; la transizione dal colonialismo al neo-colonialismo; l’imperialismo e i movimenti di liberazione nazionale; la finanziarizzazione e l’economia del debito. Tali presupposti, vale a dire gli strumenti cognitivi multidisciplinari necessari all’analisi delle politiche sociali per la cooperazione, costituiscono a pieno titolo la “conoscenza e capacità di comprensione” indicata come necessaria dal Descrittore di Dublino 1 e consentono lo sviluppo delle specifiche abilità da parte dei giovani studiosi. Questi ultimi, in coerenza con il Descrittore di Dublino 2, acquisiranno competenza strategiche per operare in contesti di crisi internazionale e progettare policies di protezione sociale. Il corso si muove dentro la cornice teorica della rivisitazione dell’impostazione weberiana sullo Stato-nazione, valorizzando l’incidenza dei nuovi protagonisti della cooperazione internazionale: gli enti sovranazionali, le multinazionali, la società civile globale, i flussi internazionali di migrazione. Non mancherà un confronto diacronico con alcuni documenti ufficiali redatti nei decenni precedenti, dal forte valore predittivo, come il Rapporto Meadows sui limiti dello sviluppo (prodotto dal Club di Roma nel 1972) e il Rapporto Brandt (“Nord-Sud. Un programma per la sopravvivenza”) risalente al 1980 e mai applicato. La didattica, inoltre, non potrà tacere sul fallimento della cooperazione internazionale, serrando le file sul quarto di secolo più complesso per il peacebuilding: una Guerra dei 25 anni, sottile e pervasiva, iniziata con la dissoluzione della Jugoslavia e idealmente conclusa con la débâcle degli Stati Uniti in Afghanistan.
Prerequisiti
Curiosità per le modalità – pacifiche e conflittuali – che regolano la vita collettiva.
Testi di riferimento
I giovani studios* che dovranno sostenere l’esame di Politiche Sociali per la Cooperazione per l’anno accademico 2024-2025, dopo aver frequentato la didattica, dovranno discutere criticamente gli appunti presi a lezione e presentare una riflessione sui seguenti testi: il numero 2-2024 de «la Rivista delle Politiche Sociali» sulla valorizzazione delle aree interne e il volume curato da Carlo Catapano, Antonella Ercolani e Lorenzo Termine dal titolo "Periferia contesa? La competizione tra Stati Uniti e Cina in America Latina" (il Mulino, 2023). I non frequentanti dovranno aggiungere un ulteriore testo: Alberto Bradanini, "Cina. L’irresistibile ascesa" (Sandro Teti Editore, 2022).
Modalità insegnamento
L’esame si svolgerà in forma orale: la capacità di apprendere (Descrittore di Dublino 5) verrà valutata nella combinazione tra utilizzo delle fonti, analisi dei casi studio e rielaborazione critica.
Frequenza
La frequenza è libera, in quanto tale non verranno registrate o rendicontate le presenze quotidiane in aula.
Modalità di esame
“È il margine che fa la pagina”, insegnava Jean-Luc Godard: l’analisi del contesto strutturale in cui si svolge la cooperazione internazionale è la necessaria premessa per la comprensione delle dinamiche di conflitto, da un lato, e dei tentativi di perequare le disuguaglianze globali, dall’altro.
Modalità di erogazione
L’esame si svolgerà in forma orale: la capacità di apprendere (Descrittore di Dublino 5) verrà valutata nella combinazione tra utilizzo delle fonti, analisi dei casi studio e rielaborazione critica.
LUCA ALTERI Scheda docente

Programmi - Frequenza - Esami

Programma
L’analisi della cooperazione internazionale non può prescindere dallo studio delle dinamiche che portano attori statali, sovranazionali e player socio-economici a interagire tra loro. Nello specifico, verranno illustrate l’origine e la dinamica del sistema di disuguaglianze sviluppato a livello globale, della divisione internazionale del lavoro che ne è alla base, infine della risposta articolata a livello sia delle istituzioni, sia della società civile. Una risposta – è bene precisare – caratterizzata spesso da fallimento. Dietro un concetto all’apparenza placidamente intuibile si situano una serie di presupposti che meritano di essere analizzati: la diade tra sviluppo e sottosviluppo, ad esempio; i rapporti tra i Nord e i Sud del mondo; la transizione dal colonialismo al neo-colonialismo; l’imperialismo e i movimenti di liberazione nazionale; la finanziarizzazione e l’economia del debito. Tali presupposti, vale a dire gli strumenti cognitivi multidisciplinari necessari all’analisi delle politiche sociali per la cooperazione, costituiscono a pieno titolo la “conoscenza e capacità di comprensione” indicata come necessaria dal Descrittore di Dublino 1 e consentono lo sviluppo delle specifiche abilità da parte dei giovani studiosi. Questi ultimi, in coerenza con il Descrittore di Dublino 2, acquisiranno competenza strategiche per operare in contesti di crisi internazionale e progettare policies di protezione sociale. Il corso si muove dentro la cornice teorica della rivisitazione dell’impostazione weberiana sullo Stato-nazione, valorizzando l’incidenza dei nuovi protagonisti della cooperazione internazionale: gli enti sovranazionali, le multinazionali, la società civile globale, i flussi internazionali di migrazione. Non mancherà un confronto diacronico con alcuni documenti ufficiali redatti nei decenni precedenti, dal forte valore predittivo, come il Rapporto Meadows sui limiti dello sviluppo (prodotto dal Club di Roma nel 1972) e il Rapporto Brandt (“Nord-Sud. Un programma per la sopravvivenza”) risalente al 1980 e mai applicato. La didattica, inoltre, non potrà tacere sul fallimento della cooperazione internazionale, serrando le file sul quarto di secolo più complesso per il peacebuilding: una Guerra dei 25 anni, sottile e pervasiva, iniziata con la dissoluzione della Jugoslavia e idealmente conclusa con la débâcle degli Stati Uniti in Afghanistan.
Prerequisiti
Curiosità per le modalità – pacifiche e conflittuali – che regolano la vita collettiva.
Testi di riferimento
I giovani studios* che dovranno sostenere l’esame di Politiche Sociali per la Cooperazione per l’anno accademico 2024-2025, dopo aver frequentato la didattica, dovranno discutere criticamente gli appunti presi a lezione e presentare una riflessione sui seguenti testi: il numero 2-2024 de «la Rivista delle Politiche Sociali» sulla valorizzazione delle aree interne e il volume curato da Carlo Catapano, Antonella Ercolani e Lorenzo Termine dal titolo "Periferia contesa? La competizione tra Stati Uniti e Cina in America Latina" (il Mulino, 2023). I non frequentanti dovranno aggiungere un ulteriore testo: Alberto Bradanini, "Cina. L’irresistibile ascesa" (Sandro Teti Editore, 2022).
Modalità insegnamento
L’esame si svolgerà in forma orale: la capacità di apprendere (Descrittore di Dublino 5) verrà valutata nella combinazione tra utilizzo delle fonti, analisi dei casi studio e rielaborazione critica.
Frequenza
La frequenza è libera, in quanto tale non verranno registrate o rendicontate le presenze quotidiane in aula.
Modalità di esame
“È il margine che fa la pagina”, insegnava Jean-Luc Godard: l’analisi del contesto strutturale in cui si svolge la cooperazione internazionale è la necessaria premessa per la comprensione delle dinamiche di conflitto, da un lato, e dei tentativi di perequare le disuguaglianze globali, dall’altro.
Modalità di erogazione
L’esame si svolgerà in forma orale: la capacità di apprendere (Descrittore di Dublino 5) verrà valutata nella combinazione tra utilizzo delle fonti, analisi dei casi studio e rielaborazione critica.
  • Codice insegnamento1048064
  • Anno accademico2025/2026
  • CorsoScienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale - Development and International Cooperation Sciences
  • CurriculumSocio-politico-economico
  • Anno2º anno
  • Semestre1º semestre
  • SSDSPS/07
  • CFU6