CESARE COZZO
Structure:
Dipartimento di FILOSOFIA
SSD:
PHIL-02/A

Notizie

 
Esami di Logica della SESSIONE Autunnale
 
Primo appello: martedì 2 settembre 2025
Secondo appello: lunedì 22 settembre 2025

 
Programmi di Logica

Per la Laurea – anno accademico 2025-26 – primo e secondo semestre – 12 crediti

Introduzione alla logica formale.
Alla radice della logica è l’esigenza di comprendere la differenza fra i buoni argomenti, che giustificano la pretesa che la conclusione sia vera, e i cattivi argomenti, che non giustificano la conclusione. Aristotele credeva che in alcuni buoni argomenti «da certe cose che sono poste, altre seguono di necessità». Oggi tali argomenti sono chiamati “deduttivamente validi”. Aristotele scoprì che in alcuni argomenti deduttivamente validi sono riconoscibili forme generali, che possono essere oggetto di studio. Questo fu l’inizio della logica formale. Nella logica formale contemporanea le più elementari forme di argomenti deduttivamente validi dipendono solo da speciali parole o locuzioni come “non”, “e”, “o”, “se…, allora”, che ci consentono di costruire enunciati composti se applicate a enunciati di complessità minore.  Queste parole o locuzioni sono chiamate “connettivi enunciativi” e gli argomenti validi che ne dipendono sono studiati dalla logica enunciativa. La logica contemporanea ebbe inizio nella seconda metà del diciannovesimo secolo con una rivoluzione nel modo di intendere le forme logiche. Nelle opere di Gottlob Frege, Charles Peirce e Giuseppe Peano comparvero due nuove idee. In primo luogo, gli enunciati possono essere costruiti con predicati come "x ama y", applicati a più di un termine, e non solo con predicati come “x è mortale” applicati a un singolo soggetto. In secondo luogo, si possono formare enunciati come “ognuno ama qualcuno” servendosi di operazioni logiche dette “quantificatori”. Alcuni argomenti sono deduttivamente validi in virtù di forme dipendenti sia dai connettivi che dai quantificatori: la logica che li studia è la logica dei predicati. Il primo modulo del corso “Introduzione alla logica formale”, nel primo semestre, è sulla logica enunciativa. La logica enunciativa “classica” sarà considerata dal punto di vista della semantica a due valori e dei sistemi formali di deduzione naturale. Il secondo modulo del corso, nel secondo semestre, è sulla logica dei predicati. La logica classica dei predicati del primo ordine con identità sarà considerata dal punto di vista della semantica modellistica classica e dei sistemi formali di deduzione naturale. Saranno anche illustrate questioni filosofiche connesse alla logica enunciativa e alla logica dei predicati.

Prima lezione Mercoledì 1 ottobre 2025
Mercoledì, 18.00 - 20.00 - Aula VI –
Venerdì, 18.00 – 20.00 – Aula VI –

Laurea Magistrale – Logic – (in English) – 2025-26 – first semester – 6 crediti

Contemporary conceptions of truth: What is truth? What sort of things are true (or false)?  Is truth a special property of the things that are true? Is there a genuine concept of truth, or just a word “true”? If truth is a property, what kind of property? If there is a concept of truth, can this concept be defined? Philosophers have always asked these questions. The course deals with four different lines of thought. Some philosophers, substantivists about truth, think that truth is a substantive concept (or property), i.e. a concept (or property) that is “important”, “interesting”, “significant”, “deep”. Substantivists maintain that a philosophical account of truth can solve important philosophical problems. Some substantivists think that a philosophical account of truth should take the form of a definition or an analysis: they believe that truth can be defined or analyzed in terms of other independent notions, like correspondence, or coherence. A different kind of substantivism is primitivism: primitivists argue that the concept of truth plays an important explanatory role and is fundamental, but indefinable and unanalyzable. Other philosophers, deflationists about truth, deny that truth has an explanatory role in philosophy. Deflationists focus on a trivial logical property of the word “true”: in everyday linguistic usage the result of applying phrases like “...is true” or “it is true that ...” to a sentence p is equivalent to p. Deflationists claim that no further or deeper account of truth should be expected. A fourth group of philosophers, pluralists about truth, think that there is more than one property in virtue of which sentences in different areas of discourse are true: there are mathematical truths, moral truths and physical truths, which are true because they respectively have three different truth-properties. We address the issues discussed by deflationists, substantivists, pluralists, primitivists and non-primitivists through a reading of papers written by five contemporary philosophers: Paul Horwich, Robert Brandom, Jamin Asay, Michael Lynch, Gila Sher.

1) Paul Horwich, «What is Truth?», in Truth-meaning-reality, Oxford University Press, Oxford, 2010, pp. 1-11.
2) Robert Brandom, «Expressive vs. Explanatory Deflationism About Truth», in R.Schantz (ed.), What is Truth?, DeGruyter, 2002, pp. 103-119.
3) Jamin Asay, «Primitivism about truth», in The Nature of Truth, ed. by Michael Lynch, Jeremy Wyatt, Junyeol Kim and Nathan Kellen, The Mit Press, Cambridge, sec. ed. 2021, pp. 525-538.
4) Michael P. Lynch, «Three Questions for Truth Pluralism», in Truth and Pluralism: current debates, ed. by Nikolaj J.L.L. Pedersen and Cory D. Wright, Oxford University Press, Oxford, 2013, pp. 21-41.
5) Gila Sher, «In search of a substantive theory of truth», The Journal of Philosophy, CI, 1, Jan. 2004, pp. 5-36.

First lecture  - Thursday, October 2, 2025
Tuesday, 16.00 – 18.00 - room X
Thursday, 16.00 – 18.00 - room X

 

Orari di ricevimento

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Curriculum

Cesare Cozzo si è laureato in filosofia il 25/ 6/ 1986 presso l’Università di Roma "La Sapienza" con una tesi su "La giustificazione della deduzione e il significato delle costanti logiche, con particolare riferimento agli scritti di Michael Dummett e Dag Prawitz" (relatore prof. Carlo Cellucci, correlatore prof. Tullio De Mauro). Nel maggio del 1992 ha portato a termine il corso di dottorato di ricerca in filosofia con sede nell’università di Firenze (supervisori: prof. Carlo Cellucci, prof. Marisa Dalla Chiara e prof. Paolo Parrini) discutendo una tesi dal titolo "Teoria del significato e filosofia della logica", CLUEB, Bologna 1994. Nel marzo del 1995 ha conseguito il dottorato in filosofia teoretica all’Università di Stoccolma (supervisor: prof. Dag Prawitz). La sua tesi di dottorato svedese ("Meaning and Argument", ALMQVIST & WIKSELL, Stockholm 1994) presenta una teoria del significato incentrata sul ruolo argomentativo immediato. Ha pubblicato su riviste italiane e internazionali articoli sulla scelta della logica, sulla nozione di prova matematica e sulla costrizione inferenziale, sulle concezioni epistemiche della verità, sul paradosso della conoscibilità, sull’olismo semantico ed epistemologico e sulla teoria del significato. Ha inoltre pubblicato il volume "Introduzione a Dummett", Laterza, Roma-Bari 2008. Dal 1994 al 1998 ha insegnato filosofia morale nel "Saint Mary's College" Notre Dame - Indiana, Rome Program”. Dall’ottobre 1998 ha fatto parte del Dipartimento di studi filosofici ed epistemologici dell’Università di Roma "La Sapienza". Oggi afferisce al Dipartimento di filosofia. Fino al novembre 2001 è stato ricercatore. Poi professore associato (confermato nell’ottobre 2005). Nel 2013 ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore di prima fascia nel settore concorsuale 11/C2-Logica, storia e filosofia della scienza e dal settembre 2020 è professore ordinario. Ha insegnato filosofia della scienza e filosofia della logica. Attualmente insegna logica.